Vorrei fare un esperimento mentale (come quelli della meccanica quantistica!).
Chiudete gli occhi, o teneteli aperti, ma svuotate la mente dalle preoccupazioni e pensate a chi nella vostra giovinezza o infanzia, nella vostra vita fino ad ora vi è rimasto di più nella memoria. Chi vi viene in mente come esempio. Chi, a parte gli affetti più cari, è stato importante per voi.
Un banchiere? Forse no!
Un esperto di finanza? No, che faccia hanno?
Un politico? Sì, forse quel Mazzini o quel Cavour. Garibaldi… esempi della storia, ma nella vita concreta, sulla nostra pelle. No, politici no.
Un amministratore comunale? Un carabiniere? Un avvocato, un sacerdote, un giudice, un vigile, un panettiere, un….
Professore.
La maggioranza direbbe un professore. Solo pochi individui non possono dire di aver avuto una maestra/o o una professoressa/un professore che li abbia indirizzati, guidati, segnati positivamente (talvolta purtroppo negativamente).
Nella vita di un individuo il maestro, il professore è, insieme ai genitori, l’individuo più importante per la formazione, in casi fortunati ma non così infrequenti è esempio, modello, da superare forse, ma modello, è un affetto che dura tutta la vita.
In più un insegnante è un esperto in una disciplina e ne fornisce segreti e conoscenze alle sue classi.
Tutto questo è un docente.
Vi pare poco?
Eppure se si amplia il discorso i luoghi comuni imperano: il docente lavora poco, fa troppe vacanze, fa un lavoro comodo. Il docente è troppo severo, fa studiare troppo, è troppo molle, la classe non segue.
La professione docente è la più tartassata nel dopoguerra dalla classe politica perché non è una lobby, non è una potenza economica, ma sociale, ma formativa, ma emotiva.
E che ci frega? Son soldi quelli? No! E allora…
La professione docente è stata maltrattata perché soprattutto donna. Duole dirlo ma è così. Le donne, l’anello debole del lavoro in Italia, sono la maggioranza nella scuola e il precariato scolastico è per lo più femminile.
Ma che importa, stanno a casa le mantengono i mariti no?
La professione docente è tartassata perché usa spesso il pensiero e lo fa usare. Perché è ancora un luogo di etica e di moralità, ove c’è poco da lucrare. Dove il contatto coi ragazzi usura anche quando è splendido perché un vero docente non si risparmia. E se in alcune scuole l’usura è compensata dalle soddisfazioni, in altre l’allievo è così svantaggiato e aggressivo che l’usura si fa al quadrato e il docente sta male. E non è colpa dei ragazzi, non solo, i ragazzi sono vittime di tutti i tagli alla scuola come lo sono i docenti. Ma dirò di più, tutto il paese paga per i tagli alla scuola.
Un paese che non difende compatto la sua scuola ha perso e l’Italia infatti sta andando alla rovina. La salverà la scuola, probabilmente.
Ma io penso che i docenti non dovrebbero salvare più nulla, altro che “contributo di generosità” come ha detto l’ingegner Profumo, ex Rettore Magnifico e pessimo Ministro dell’Istruzione. Io penso che i docenti per un po’ dovrebbero fare solo quello che è lo stretto necessario, eliminando tutto il volontariato che si fa ogni mattina e pomeriggio nelle scuole. La scuola deve scendere ancor più in basso perché qualcuno si accorga della sua importanza.
Non sarà così, il docente pensa anche al suo allievo e non ce la fa a non seguirlo, fare il docente è professione che ti frega, in un certo senso. Ti obbliga a essere esempio etico e non è facile.
Se tutti pensano che nel loro passato, nel loro ricordo c’è un docente, è ora che tutti costoro si mobilitino contro la distruzione della scuola. Cominciamo con questa petizione contro le 24 ore di docenza obbligatorie e poi noi docenti chiediamo a tutti sostegno etico. Al nostro delicatissimo compito: educare!
Link alla petizione: http://firmiamo.it/lascuolanonpaghilacrisi