Cancun 2010 in salita
Mentre si avvia alla fine la conferenza Cop16 a Cancun, in Messico, c’è ancora molta confusione sul testo da presentare per l’approvazione finale. I paesi più poveri vogliono un rinnovo del protocollo di Kyoto, che scade nel 2012, mentre i paesi avanzati, ed apertamente un gruppo di essi capeggiati dal Giappone, vuole che venga cambiato.
Perché? Il motivo è che il protocollo di Kyoto prevede dei limiti alle emissioni vincolanti solo per i paesi richci, mentre per quelli in via di sviluppo sono previste raccomandazioni e poco altro. Ora un nuovo testo sta cercando di avvicinare le posizioni degli schieramenti, ma sembra che siamo ancora lontani da un accordo. E lo spettro di Copenhagen, quando fino all’ultima notte non si riuscì a presentare un testo condiviso, ecco che si ripresenta.
Come già anticipato dalla nostra ministra per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo, si vuole rimandare la scelta di un tetto alle emissioni di gas serra alla prossima riunione, la COP17 di Durban dell’anno prossimo, e rimarrebbe aperto anche il periodo di implementazione della nuova fase tra il 2017 e il 2020.
I problemi ancora irrisolti sono molti. Ad esempio, molti paesi poveri vogliono aspettare di vedere i limiti alle emissioni che si daranno i paesi sviluppati prima di accettare un testo. Tra questi, la Bolivia.
Un altro punto controverso è su come definire foresta, che attualmente è intesa come qualunque cosa di origine naturale che riesca a fissare la CO2 e comprende anche piantagioni che servono per la produzione intensiva. Ma i paesi poveri non vogliono questa definizione nel testo, in quanto le piantagoni non possono essere considerate foreste primarie, non hanno la stessa resistenza e non proteggono il suolo dall’erosione. Inoltre, secondo molti si rischierebbe di far passare ingiudicata la sostituzione di foreste vergini con le piantagioni, che causano un enorme perdita di biodiversità.
Un altro scoglio è quello di aver incluso nel testo l’energia nucleare come un’energia verde. Molti paesi hanno criticato questa scelta perché il nucleare nasconde insidie che riguardano la produzione di uranio, lo stoccaggio delle scorie e la pericolosità di possibili incidenti nucleari per l’ambiente.
Il testo quindi nasconde ancora molti punti controversi e si attende con ansia una qualche forma di accordo tra i vari paesi partecipanti.