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Perché salvare un agnello

La campagna lanciata da Animal Equality dopo aver compiuto due investigazioni sulle condizioni degli allevamenti e dei macelli in Italia

Scritto da Ada Caserta il 30.03.2013

Animal Equality – organizzazione internazionale in difesa degli animali – ha realizzato la sua seconda investigazione sulla breve vita degli agnelli grazie all’aiuto di attivisti che si sono infiltrati all’interno di allevamenti e macelli. Foto e video sono testimonianze reali di ciò che accade in questi luoghi.

Agnello

Ogni anno in Italia quasi 4 milioni di agnelli vengono uccisi, di cui circa 800.000 nel periodo pasquale. Se in passato – secondo la tradizione cristiana – l’uccisone di un agnello era un sacrificio o meglio una rinuncia, e dunque coincideva con l’eliminazione volontaria di un bene di prima necessità in una società prevalentemente basata sull’agricoltura, oggi non è altro che una tradizione gastronomica che forse merita di essere riconsiderata.

Durante un anno di lavoro, gli investigatori di Animal Equality hanno raccolto scene di violenza fisica e di sofferenza psicologica. Gli agnelli vengono rinchiusi in spazi molto stretti e sono spesso costretti a calpestarsi per il nervosismo e per lo stress. Sono lasciati senza cure veterinarie e in condizioni igienico-sanitarie pessime e prossime alla morte. Spesso gli animali morti vengono poi lasciati per giorni interi all’aperto e sono in contatto con altri animali generando così un gran rischio di contaminazione.

Oltre all’allevamento stesso, l’altro luogo dell’orrore vero e proprio è il macello. Il carico degli animali per effettuare il trasporto verso il macello è un trauma per gli agnelli che subiscono un grave disagio emotivo: le madri vengono separate dai figli e quando questi sono caricati sui camion, le urla dei piccoli diventano vera testimonianza di ciò che sta accadendo.

Al macello gli animali sono messi in recinti stretti, sono stressati e spaventati. Si ammassano l’uno sull’altro, urlano e spesso restano impigliati nelle grate dei recinti.

Secondo le testimonianze degli investigatori in molti macelli viene praticata l’elettronarcosi – applicazione di corrente elettrica per stordire l’animale e renderlo incosciente – in modo scorretto. Gli animali così non vengono storditi del tutto e quando vengono sgozzati sono pienamente coscienti di cosa sta loro accadendo, scalciano e si dimenano per quei pochi istanti prima della morte che alla fine giunge per dissanguamento.

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  • Gianfranco scrive:

    Solo il nostro egocentrismo ci permette assieme a un’ignoranza diffusa su più livelli creare questi orrori pensando gli altri esseri viventi solo come merce di scambio senza emozioni e incapaci di amare.
    Ci crediamo degli Dei e su tutti gli altri esseri viventi esercitiamo con freddezza qualsasi maltrattamento sino a togliere loro la vita.
    Speriamo che un Dio a noi superiore non faccia un domani ugual cosa a noi.