II ministro della Sanità Renato Balduzzi, intervenuto in un’intervista uscita oggi sul quotidiano Il Messaggero, ha detto chiaramente che il suo dicastero vigilerà su qualunque forma di boicottaggio della norma sulla prescrizione dei farmaci generici entrata in vigore del provvedimento lo scorso 15 agosto.
Un messaggio forte e chiaro ai medici: “Le norme sono chiare e non voglio neanche pensare a forme di boicottaggio, il governo comunque agirà con determinazione”, ha detto nell’intervista al Messaggero.
Mentre i medici di famiglia – per bocca dell’associazione di categoria che ne rappresenta una parte, la Fimmg – erano insorti dicendo che lo stato non avrebbe risparmiato un euro dalla nuova legislazione, risponde implicitamente il ministro, che parla di risparmi di almeno 800 milioni l’anno per le famiglie.
In altre parole, si andrà ad alleggerire il carico sui portafogli dei cittadini, attualmente in qualche modo indotti al consumo di farmaci di marca (basta confrontare le percentuali di consumo dei generici nel resto di Europa con quelli italiani, 60% contro 17%). Ma anche lo Stato andrà a risparmiare grazie all’economia di scala che si creerà nel mercato dei generici. In tal modo, poiché il servizio sanitario nazionale rimborsa il solo costo del farmaco equivalente, beneficerà di un calo dei prezzi.
Balduzzi ha inoltre esortato i medici e le imprese farmaceutiche a “guardare avanti, perché così si fa già in tutta Europa. Dobbiamo spostare risorse dai farmaci equivalenti verso servizi sanitari più innovativi”.
La norma
Dal 15 agosto i medici di famiglia devono indicare sulla ricetta rossa il nome del principio attivo e non del farmaco di marca che lo contiene. Questa nuova norma contempla però alcune eccezioni.
Il medico potrà aggiungere, oltre alla sostanza contenuta nel farmaco, anche il nome del medicinale commerciale solo nel caso in cui sia specificata la “non sostituibilità”, che dovrà però essere giustificata dal medico in un campo apposito con un commento sintetico. Entrano dunque in vigore le nuove norme con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del 14 agosto.
L’indicazione in ricetta da parte del medico del principio attivo permetterà al farmacista di chiedere al paziente se vuole acquistare il generico, quando disponibile. Ma se il medico indicherà anche il farmaco commerciale, il farmacista è tenuto a fornire quel farmaco, in quanto la clausola è definita di “non sostituibilità”. A questo punto sarà responsabilità del medico aver indicato un farmaco anziché un altro.
In una nota del 9 agosto, il Ministero della Salute ha specificato che la legge “non prevede eccezioni alla immediata applicazione della nuova disciplina, non appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale”. I sistemi informatici saranno “adeguati nel corso dei prossimi due mesi”. Ma nel frattempo, “in attesa che i sistemi informatici per la compilazione della ricetta online e per la trasmissione dei relativi dati vengano adeguati alle nuove norme con l’indicazione del principio attivo, i medici prescrittori dovranno ricorrere ad una compilazione, parzialmente o totalmente manuale, della ricetta, a seconda del software di cui dispongono”.
Il ministro non si rende conto che il sistema in Italia permetteva di lavorare a tantissime aziende con vantaggi per l’indotto non indifferenti.
In questa maniera favorisce quelle 3 o 4 multinazionali del generico…..INCREDIBILE