Per la prima volta dopo anni il numero di auto in rapporto alla popolazione in Italia è sceso. Ci sono oggi 60,78 automobili ogni cento abitanti, e le auto meno inquinanti aumentano, tra cui gli ultimi modelli euro 4 e euro 5 e i modelli a metano. Lo si apprende da un’anticipazione dell’ultimo rapporto Euromobility, realizzato dall’associazione omonima con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, e che domani sarà disponibile online. Nessun segno di monitoraggio delle poveri sottili PM2,5.
Secondo i dati del rapporto, realizzato in base a ricerche condotte in 50 città italiane, le auto con minor impatto ambientale costituiscono oggi il 39,4% del parco auto italiano totale e Torino è la città con piu’ veicoli Euro 5 (2,6%). I mezzi a più basso impatto ambientale alimentati a Gpl e Metano, inoltre, continuano ad aumentare e sono passati dal 4,72% del 2008 al 6,06% del 2009, con le automobili a GPL che rappresentano oggi il 4,27% del parco auto e quelle a Metano l’1,79%. Per quanto riguarda i servizi innovativi, il bike sharing, dopo il boom del 2009, fa registrare comunque un incremento sia degli utenti (+51%) sia delle biciclette (+12%). Non avanza, anzi arretra il car sharing che vede una flessione delle auto in flotta (-3,6%) e solo un incremento dello 0,7% di utenti.
La qualità dell’aria migliora, secondo il rapporto di Euromobility: le particelle di polvere presenti nell’atmosfera ed emesse dal parco auto circolante, soprattutto nelle aree metropolitane, scende. Le polveri PM10 in tutte le città fanno registrare una diminuzione sia della media annuale sia dei giorni di superamento: la migliore è Bolzano con 7 giorni di superamento, la peggiore resta Siracusa con 309 giorni.
Purtroppo non si citano le polveri più piccole, le famigerate PM2,5, che sono state inserite tra i pericoli ambientali solo quest’anno in Italia, mentre una legislazione di tutela negli Stati Uniti esiste da decine di anni.
Polveri sottili
Gli Stati Uniti hanno iniziato a porsi il problema delle polveri sottili nel 1987 e da decine di anni hanno limiti alle polveri sottili che l’EPA fissa per il particolato sia di tipo PM10 che di quello PM2,5, più pericoloso perché penetra più profondamente nei polmoni. Per il PM2,5 i limiti sono di 15 e 35 microgrammi per metro cubo su base annuale e giornaliera rispettivamente. Questo significa che nel corso di un anno non si possono superare in media i 15 microgrammi giornalieri e i picchi giornalieri non si possono superare i 35 microgrammi.
In Europa, solo nel 2008 la Commissione Europea ha emanato una direttiva (2008/50/EC) che detta limiti di qualità dell’aria con riferimento anche alle PM 2,5. L’Italia ha recepito la norma solo a maggio 2010.