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Trovati batteri fossili di 3,4 miliardi di anni in Australia, forma di vita più antica mai scoperta

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 21.08.2011
Microbi al microscopio elettronico

Microbi al microscopio elettronico

Dall’Australia arriva la scoperta dei più antichi resti fossili di organismi viventi. Si tratta di microbi che vivevano sulla riva di un antico mare 3,4 miliardi di anni fa e che sono stati ritrovati cristallizzati su una lastra di roccia dell’Australia occidentale. Si cibavano di pirite e vivevano in un mare che raggiungeva i 40-50 gradi.

Il mare di quell’epoca era ancora molto caldo a causa dell’attività vulcanica e dell’effetto serra e l’atmosfera era completamente diversa dalla nostra. Non c’era traccia di ossigeno molecolare, perché non esisteva ancora nessun organismo vivente che potesse produrlo scomponendo l’anidride carbonica.  Eppure, in questa sorta di inferno qualcosa già viveva e si moltiplicava. I ricercatori hanno infatti scoperto i fossili di minuscole formazioni che hanno datato a 3,4 miliardi di anni fa, il che li rende forti candidati per essere la più antica forma di vita microbica mai trovata.

Senza ossigeno, con l’atmosfera composta prevalentemente di anidride carbonica, con i vulcani ancora nel pieno dell’attività, iniziarono a sorgere delle isole nel mezzo dell’oceano; e fu proprio sulla riva di qualcuna di queste isole che questi microbi iniziarono a proliferare e restarono poi intrappolati nelle rocce che sono arrivate fino a noi.

“A noi potrebbe sembrare un luogo infernale, ma era proprio quello di cui la vita degli inizi aveva bisogno per nascere e proliferare”, ha detto il prof. Martin Brasier all’Università di Oxford, che è co-autore di un articolo su questi ritrovamenti sulla rivista Nature Geoscience.

Brasier ha lavorato con un team guidato dal dottor David Wacey presso la University of Western Australia, che ha scoperto i fossili.

Le immagini ad alto ingrandimento mostrano i fossili come organismi sferici, ovali e tubolari, proprio come i microbi moderni, ed avevano anche dimensioni simili, tra 0,01 millimetri e 0,02 millimetri di diametro.

I ricercatori hanno anche scoperto che le pareti cellulari contenevano azoto e carbonio, proprio come nei microorganismi moderni.

Sembra che i microbi si nutrissero di pirite, un composto ricco di zolfo e ferro, e producessero solfato come prodotto di scarto.

La scoperta suggerisce che la vita degli inizi possa essere stata molto più “spartana” di quella di oggi, e che questi organismi, vivendo di un minerale molto comune come la pirite, avrebbero potuto vivere anche su altri pianeti come Marte, dove l’ossigeno è praticamente inesistente ma dove un tempo erano forse presenti oceani.

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