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Sicilia, sequestro stazione radio delle forze armate Usa. Wwf soddisfatto

Sequestrata la stazione radio delle forze armate Usa costruita in una riserva naturale a Niscemi (Caltanissetta) dove c'è il divieto assoluto di edificabilità

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 11.10.2012

La Sughereta di Niscemi, un’area a inedificabilità assoluta, si trova in un sito di interesse comunitario.

Soddisfatta l’associazione ambientalista Wwf, che ha ribadito di essere più volte intervenuta nei mesi scorsi sulla vicenda insieme al comitato NO MUOS, segnalando non solo il grave danno ambientale che l’impianto ha sul delicato equilibrio della riserva naturale, ma anche i gravissimi rischi per la salute dei circa 500.000 cittadini che abitano in prossimità della stazione radio.

Volantino di protesta contro il MUOS, sistema satellitare delle forze armate USA

Già adesso infatti questa consta di 42 antenne impiantate dalla Marina statunitense che ha emissioni radio superiori ai limiti consentiti dalla normativa vigente. La realizzazione del nuovo impianto MUOS, bloccato dal sequestro della magistratura e consistente in tre grandi antenne paraboliche per le trasmissioni verso i satelliti geostazionari e due trasmettitori elicoidali per il posizionamento geografico, purtroppo già autorizzati dalla Regione Sicilia, rischia pertanto di aumentare notevolmente l’impatto delle emissioni elettromagnetiche sulla salute dei cittadini.

Per queste ragioni di recente anche la “Commissione parlamentare sull’uranio impoverito”, a seguito dell’audizione dell’11 settembre scorso dei sindaci di Niscemi e di Vittoria, del WWF e dei rappresentanti dei Comitati No Muos, ha richiesto alle autorità competenti “una moratoria per l’installazione del sistema Muos, in applicazione del principio di precauzione, in attesa di acquisire la certezza che la sua installazione non sia dannosa alla salute dei cittadini”.

Il Wwf pertanto auspica che la magistratura possa fare chiarezza sulle violazioni della normativa ambientale e che la Regione Sicilia riveda la autorizzazioni rilasciate e anticipa che continuerà a seguire attentamente lo sviluppo della vertenza ai fini della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.

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  • Gianni Comoretto scrive:

    Io come pacifista sare per chiudere tutte le basi militari italiane, ma sulla pericolosità per la salute degli abitanti di Miscemi non nutro dubbi: non ce ne sono, al contrario di quella per gli abitanti delle zone interessate dalle “missioni di pace”.

    Ho letto una perizia di parte (dei comitati) sulla pericoosità di MUOS, e vi si legge che:
    – le antenne attuali non superano i limiti di legge. Ma viene considerato pericoloso il fatto che in una delle postazioni di misura le emissioni si avvicinano al limite. Per “avvicinarsi” si intende anche arrivare a metà del limite (0,05 W/mq contro un limite di 0,1 W/mq).
    – Viene applicato il limite di 6 V/m anche all’antenna a 45 KHz. In realtà a queste frequenze il limite è di 600 V/m, in quanto le onde non sono assorbite dal corpo umano.
    – Si dice che i dati forniti non consentono di stabilire i livelli di esposizione dovuti alle antenne paraboliche. Ma questo perché gli autori non sanno fare i conti relativi. I limiti di legge sono rispettati a meno di qualche centinaio di metri dalle parabole, a meno di non essere entro il fascio primario.
    – Viene data come possibile (per errore o malfunzionamento) che l’antenna punti il fascio contro l’abitato. Questo è meccanicamente impossibile, l’antenna dovrebbe andare otlre i fine corsa meccanici
    – le emissioni vengono sommate come ampiezze e non come potenze, come è corretto fare. Sommandole in potenza i limiti di legge italiani non vengono superati neppure con le nuove installazioni.
    – si ipotizza che onde radio agiscano su cristalli di magnetite delle api, citando studi relativi ai campi magetici a 50 Hz, che non c’entrano nulla con le onde radio
    – si afferma che gli uccelli siano più sensibili ai campi EM in quanto animali a sangue freddo (sic)

    Insomma, una collezione di errori grossolani.