Gli attivisti siriani fanno sapere che nuove violenze da parte delle forze di sicurezza siriane hanno ucciso almeno 13 persone nella città di Homs.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, dice che le morti sono avvenute quando le forze governative hano bombardato il quartiere di Baba Amr, nella città ribelle a nord di Damasco.
La violenza arriva un giorno prima dell’inizio del monitoraggio da parte della Lega araba, che ha in programma di visitare la città.
Un gruppo di circa 50 osservatori è previsto in Siria oggi, per monitorare il rispetto di un piano della Lega araba che impone al governo di porre fine alla repressione dopo nove mesi di proteste che chiedono la democrazia.
La Siria ha accettato la missione di osservazione dopo ripetute pressioni della Lega Araba e la minaccia di un embargo ancora più soffocante per il regime.
Domenica, i leader dell’opposizione della Siria hanno chiesto alla Lega Araba di cheidere il sostegno delle Nazioni Unite. Il leader del Consiglio nazionale siriano, Burhan Ghalioun, da Parigi ha detto che la Lega dovrebbe intensificare la pressione sul presidente siriano Bashar al-Assad, chiedendo al Consiglio di sicurezza dell’ONU di adottare l’iniziativa araba.
Russia e Cina hanno finora resistito gli sforzi degli altri membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che chiedono una condanna del governo siriano e vogliono imporre pesanti sanzioni alla Siria.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani dicono che le forze pro-Assad hanno ucciso almeno sei persone a Homs domenica in bombardamenti e armi pesanti. Ha detto che anche che le forze governative hanno ucciso tre persone nella città di Deir Ezzor.
Il portavoce dell’Osservatorio Mousab Azzawi ha detto che elicotteri militari siriani sorvolano Homs per cercare di individuare i segnali di telefoni satellitari utilizzati dagli attivisti locali per informare il gruppo circa la repressione.
Non è possibile verificare in modo indipendente il numero delle vittime in Siria perché il governo non permette ai giornalisti internazionali di operare liberamente nel paese.
L’ultima stima delle Nazioni Unite parla di almeno 5.000 persone uccise nelle violenze legate alla rivolta dal mese di marzo, anche se il bilancio reale potrebbe essere molto più alto.