Scontri tra truppe governative e disertori dell’esercito nel nord della Siria hanno provocato almeno 15 morti.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani con sede in Gran Bretagna ha detto che ci sono stati combattimenti all’alba di oggi nella città di Idlib, vicino al confine con la Turchia. Sarebbero morti sette soldati governativi, cinque disertori dell’esercito e tre civili.
Le notizie di nuove morti arriva all’indomani la condanna da perte delle Nazioni Unite delle “sistematiche” violazioni dei diritti umani durante il giro di vite sulla protesta.
La risoluzione approvata dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite venerdì stabilisce anche la presenza di un investigatore speciale per sondare le violazioni dei diritti umani in Siria.
Trentasette membri del gruppo per i diritti umani ha votato a favore della risoluzione. Russia, Cuba, Cina ed Ecuador hanno votato contro mentre sei nazioni si sono astenute.
Poco prima del voto, l’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani Navi Pillay ha detto che un recente studio dell’Onu ha appurato che le forze siriane stanno prendendo di mira sia bambini che adulti. In particolare, si è parlato di “atti come l’uccisione di bambini, le percosse a civili durante le manifestazioni, le detenzioni arbitrarie, le torture e i maltrattamenti”.
La Siria sostiene le sue azioni non sono un giro di vite sulle proteste, ma una risposta necessaria agli attacchi da parte di “terroristi armati” contro civili e personale di sicurezza.