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Sisma in Emilia Romagna: il suolo si è sollevato di 12 centimetri

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 08.06.2012

I ricercatori del CNR e dell’INGV hanno rilevato grazie ai dati dei satelliti radar Cosmo-SkyMed dell’Agenzia spaziale italiana, un sollevamento dell’area dell’emilia Romagna colpita dal terremoto del 29 maggio fino a 12 centimetri.

La protezione civile continua a monitorare l’area colpita dal terremoto con l’aiuto dei satelliti. Grazie ai dati provenienti da queste osservazioni gli scienziati hanno potuto rivleare i dati permanenti sul territorio.

Lo studio è stato condotto da un team congiunto di ricercatori dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Irea-Cnr) di Napoli e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) mediante una tecnica denominata interferometria differenziale, che permette di misurare spostamenti del terreno anche dell’ordine di pochi centimetri su grandi aree.

La zona maggiormente interessata si estende per circa 50 chilometri quadrati, tra Mirandola e San Felice sul Panaro nella provincia di Modena. Le immagini mostrano gli effetti permanenti degli eventi sismici successivi al 29 maggio, che hanno causato un sollevamento del suolo fino a 12 centimetri. La prima (interferogramma) può essere letta come una mappa dei movimenti del suolo, in termini di cicli di colore, nella direzione di vista del satellite. Ogni ciclo indica una deformazione del suolo di 1,5 cm e, sommando i cicli di colore, si ottiene lo spostamento massimo del suolo verificatosi tra le due date. Per rendere visivamente più chiara la deformazione misurata, la seconda immagine mostra la mappa degli stessi spostamenti ricavata dall’interferogramma. Le zone in rosso sono quelle che hanno subito il maggior innalzamento, mentre le aree stabili sono in verde. Il sollevamento è stato causato dallo scorrimento in profondità dei due lembi della faglia sulla quale si è originato il terremoto del 29 maggio.

L’ultima acquisizione del sistema Cosmo-SkyMed sulla zona interessata dal sisma era avvenuta la sera del 27 maggio, due giorni prima del secondo evento. Il calcolo della deformazione del suolo dovuta alla forte scossa del 29 maggio è stato possibile dopo il primo passaggio utile del primo dei quattro satelliti della costellazione sull’orbita, avvenuto nella serata del 4 giugno.

L’uso dei satelliti di Cosmo-SkyMed, caratterizzati da tempi di rivisita molto brevi, ha permesso di avere a disposizione un gran numero di dati, tali da poter studiare e separare gli effetti delle prime scosse sismiche del 20 maggio da quelle avvenute il 29. Con altri sensori, caratterizzati da tempi di rivisita più lunghi, questo non sarebbe stato possibile.

Il risultato ottenuto è particolarmente interessante in quanto consente una analisi completa della zona interessata dalle deformazioni del suolo, che mostra un orientamento prevalentemente est-ovest. Le sue caratteristiche, e il confronto con i dati della sismicità, indicano che la faglia del 29 maggio si colloca nella continuazione verso ovest di quella del terremoto del 20 maggio.

Le osservazioni satellitari, oltre a fornire importanti informazioni nell’immediatezza di eventi sismici come in questo caso, rappresentano un patrimonio informativo fondamentale che, con i dati raccolti sul campo e con la messa a punto di sofisticati modelli matematici, permette di approfondire la comprensione dei meccanismi fisici che sono alla base dei fenomeni sismici.

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