La pesca del tonno per uso commerciale sta mettendo a rischio cinque delle otto specie commerciali più pescate. Inoltre la pesca, effettuata con metodi distruttivi, come i palamiti e le reti a circuizione con “sistemi di aggregazione per pesci” (FAD), sono estremamente dannosi per l’ecosistema marino e uccidono molte altre specie non destinate all’uso alimentare.
Ma tutto questo non è affatto noto quando al supermercato ci apprestiamo a comprare la scatoletta. La scarsità di informazioni sul prodotto non ci permette di conoscerne la provenienza e il metodo con cui è stato pescato.
Per questo Greenpeace ha lanciato un sondaggio sulla sostenibilità del tonno che è durato tre mesi e ha raccolto 25.000 risposte. Nel 99% dei casi le persone chiedono una maggiore trasparenza nelle informazioni e una maggiore sostenibilità nella pesca.
Ben oltre il 90% degli intervistato ha dichiarato che non comprerebbe tonno in scatola se sapesse che per pescarlo vengono uccisi altri animali e chiede che vengano riportate più informazioni sulla scatoletta. Circa il 50% sostiene che le aziende produttrici di tonno non danno informazioni perchè la pesca che effettuano non è sostenibile, mentre proprio sulla sostenibilità dovrebbero lavorare i produttori per migliorare la sostenibilità del prodotto.
Perciò Greenpeace chiede alle grandi marche di tonno che garantiscano piena trasparenza sui metodi di pesca e sull’utilizzo di specie a rischio.