Scoperte tracce di radioattività in alcuni cinghiali cacciati in Piemonte. Ci sono diverse ipotesi da vagliare, ma finora le autorità non si sbilanciano sulla possibile fonte della radioattività, anche se l’Arpa tende ad escludere che la contaminazione provenga dai siti nucleari dismessi di Trino e Saluggia, nel Vercellese.
“I risultati dei monitoraggi, ad oggi, effettuati da Arpa Piemonte indicano anche che tale contaminazione ambientale non è attribuibile alla presenza dei siti nucleari dismessi di Trino e Saluggia, nel vercellese,” ha detto l’Arpa Piemonte, che ha avviato un monitoraggio radiologico dell’area della Valsesia per approfondire le problematiche di contaminazione radioattiva dei cinghiali. L’isotopo radioattivo rilevato è il Cesio 137 (Cs137).
“Dalle indagini, spiega l’ente regionale, che Arpa Piemonte svolge nell’ambito delle reti di monitoraggio radiologico regionale risulta che il Cs137 è un isotopo radioattivo ancora presente in ambiente a seguito del rilascio durante l’evento di Chernobyl e che tale isotopo, pur essendo presente in tracce, può concentrarsi in alcune specie vegetali e animali, quali funghi e selvaggina”. Intanto la caccia nelle aree a rischio è stata sospesa fino a data da destinarsi.
Le associazioni ambientaliste intanto si dicono preoccupate. “E’ una situazione molto preoccupante, figlia della troppa superficialità nella gestione della caccia, anche in termini sanitari”, ha dichiarato la Lipu per bocca di Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU-BirdLife Italia, dopo il ritrovamento di grandi concentrazioni di Cesio 137 in alcuni cinghiali cacciati in Piemonte durante la stagione venatoria 2012-2013.
“Al problema del piombo, ancora troppo sottovalutato, si aggiunge ora questa inquietante minaccia della radioattività – prosegue Mamone Capria – sulla quale occorrono immediatamente tutti gli approfondimenti del caso, anche tramite la creazione di una task force congiunta tra ministeri e regioni. Sebbene la stagione venatoria sia conclusa, è necessario un blocco sine die di ogni forma di attività venatoria, anche ovviamente quella di selezione, fino a quando la situazione non sarà del tutto chiarita e l’allarme cessato.
“In tutto questo – prosegue Mamone Capria – i cinghiali continuano ad essere vittime innocenti: di immissioni sconsiderate a fini venatori, di criminalizzazione e ora anche di inquinamento genetico. Serve davvero più rispetto per la natura – conclude il presidente LIPU – e pratiche più attente e responsabili, anche nei confronti delle persone”.
ma se i cinghiali sono radioattivi, le persone che vivono in zona come sono? nessuno controlla l’aria?, l’Arpa che vanta un controllo capillare non sa nulla? possibile che tantissimi animali sono radioattivi senza che nessuno organo se ne accorge?….. siamo in buone mani….. boo..