Gaianews

Tsunami e catastrofi: 2011 da record, e il 2012?

Scritto da Valeria Gatti il 12.04.2012

Sumatra dopo lo tsunami del 2005

Timore per un nuovo tsunami in Indonesia. L’allerta è arrivata, la gente si mette in salvo. Rimarrà da vedere se il 2012 supererà il primato raggiunto dallo scorso anno in quanto a catastrofi, l’andamento mondiale sembra essere questo: il 2011 è stato registrato infatti come l’anno record dei disastri naturali. Intanto in Italia, se da una parte si vuole salvare la memoria delle calamità naturali, al fine di tramandarla alle future generazioni e portare avanti una politica di salvaguardia del territorio, dall’altra è di pochi giorni la notizia della reintroduzione della “tassa sulle disgrazie” per le regioni colpite.

Un potente terremoto di magnitudo 8.9 è stato registrato l’11 aprile 2012 al largo della costa Ovest dell’isola di Sumatra, in Indonesia. E’ scattato l’allarme tsunami per ben ventisei Paesi (Indonesia, India, Sri Lanka, Australia, Birmania, Thailandia, Maldive, Malaysia, Isola della Reunion, Seychelles, Pakistan, Somalia, Oman, Madagascar, Iran, Emirati arabi, Yemen, Isole Comore, Bangladesh, Tanzania, Mozambico, Kenya, Isole Crozet, Isole Kerguelen, Sudafrica e Singapore, secondo i dati raccolti da “National Oceanic and Atmospheric Administration”) e la Thailandia ha subito ordinato l’evacuazione della costa. Mentre tutto il mondo è con l’attenzione puntata sull’ultim’ora delle agenzie di stampa internazionali e nazionali, si ragiona sull’intensità, l’aumento e l’andamento delle calamità e dei disastri naturali.

Come riferisce infatti ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, un’impressionante serie di terremoti devastanti e di catastrofi causate da eventi meteorologici estremi ha portato il 2011 a essere registrato come l’anno record dei disastri naturali. I danni causati durante lo scorso anno ammontano, a livello mondiale, a circa 380 miliardi di dollari, come ha riportato in un rapporto la compagnia tedesca che analizza annualmente i dati delle catastrofi naturali, la Munich Re.

Nel 2011 sono stati registrati infatti oltre il doppio dei danni rispetto al 2010. Il picco è salito proprio a causa dei due terribili terremoti dello scorso anno, quello della Nuova Zelanda (magnitudo 6.3 della scala Richter) e quello del Giappone (magnitudo 9.0 della scala Richter). Gli eventi metereologici estremi, come gli uragani, sono stati invece relativamente più clementi. C’è da sottolineare però che, anche se il maggior numero di vittime è stato causato dai terremoti (62%), inondazioni, tempeste, alluvioni, cicloni tropicali, frane, hanno comunque messo in ginocchio e schiacciato per sempre quasi 25 mila persone durante lo scorso anno.  Stati Uniti, Thailandia, Pakistan, ma anche l’Italia, ne sono stati duramente colpiti.

la reazione del Bel Paese, nell’anno in corso, sul fronte delle calamità e disgrazie naturali sembra essere duplice. Da una parte si fanno forza realtà come il Centro EEDIS (Eventi estremi e disastri), che nasce proprio nel 2011 per convergenza di intenti fra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e il comune di Spoleto. Il Centro, che ha carattere nazionale ed euro-mediterraneo, vuole favorire una rete di esperienze e di riflessioni su ampia scala geografica e cronologica in materia di calamità naturali, prefiggendosi come scopo quello di “contrastare la preoccupante smemorizzazione sui disastri, che caratterizza la comunicazione corrente, e che fa perdere di vista l’alta e crescente vulnerabilità di molte aree, anche di recente disastrate”.

Dall’altra, solo pochi giorni fa, è stato dato il via libera della Commissione Affari Costituzionali del Senato all’emendamento che ripristina l’automatismo per il fondo per gli eventi imprevisti. In sostanza, per sostenere il fondo della Protezione Civile, in caso di calamità naturali, potrebbe essere decisa la possibilità dell’aumento delle accise sui carburanti a livello locale, reintroducendo la cosiddetta ”tassa sulle disgrazie”, un meccanismo automatico di autofinanziamento. Insomma, l’emendamento suona come un arrangiatevi da soli a ripagarvi i vostri danni.  Per esempio, e la notizia è recente, per avviare la ricostruzione nelle zone dell’Umbria, colpite dal terremoto di Marsciano del dicembre 2009 verrà attivata, per il 2012, una accisa di 4 centesimi per litro sulla benzina, che porterebbe a incrementare le risorse, così si stima, di una cifra tra gli 8 e i 10 milioni di euro.

Scelta opinabile o meno quella della reintroduzione delle accise legate alle calamità naturali, ciò che resta è l’intenzionalità di un messaggio su cui desidera fare leva il Centro EEDIS, che sostiene “Conoscere ciò che è accaduto e ciò che accade a causa di pericolosità ambientali, che ci coinvolgono, è il primo passo per osservare il rapporto fra i fenomeni naturali e i loro effetti nel mondo abitato, ossia per rilevare il ruolo dell’azione umana nel rendere fragile ed esposto ai danni l’ambiente abitato, oppure per salvaguardare vite umane e beni.”

L’avviso e il monito non è solo locale e italiano, ma, attraverso convegni mondiali che si stanno tenendo da un capo all’altro del Pianeta (Durban, Emirati Arabi e il prossimo a Rio), sembra si stia diramando in ogni angolo della Terra. La situazione generale non è infatti delle migliori. Dati alla mano, sembra che, mentre i terremoti si mantengono costanti in intensità e frequenza sul lungo periodo, ciò che sta diventando sempre più variabile e che cresce continuamente, sono gli eventi meteorologici estremi. Come riferisce ENEA, “dal 1980 al 2010 il numero delle alluvioni e inondazioni gravi è triplicato, quasi raddoppiato invece quello delle tempeste violente (tifoni, uragani, cicloni tropicali).”  Non va dimenticato infine che le calamità naturali vanno a colpire proprio quelle zone che sono state sovraurbanizzate, sfruttate senza limiti dagli esseri umani, tappezzate senza ritegno di insediamenti e infrastrutture di ogni sorta. Antropizzazione e vulnerabilità ambientale sono due fattori direttamente proporzionali, ormai è cosa evidente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA