Un altro lancio senza equipaggio umano del veicolo spaziale Soyuz alimenta la preoccupazione per la dipendenza dalla tecnologia russa, che si sta dimostrando poco affidabile e che è la stessa utilizzata anche per portare gli astronauti da e verso la Stazione Spaziale Internazionale.
Siamo al secondo fallimento del 2011, un brutto record per la Russia. Questa volta, un veicolo Soyuz-2 non è riuscito a mettere in orbita un satellite militare per le telecomunicazioni dopo essere decollato dallo spazioporto di Plesetsk.
I detriti sono rientrati nell’atmosfera terrestre nei pressi della città siberiana occidentale di Tobolsk.
Nel mese di agosto, un incidente simile aveva fatto fallire una missione di rifornimento alla stazione spaziale, portando a sei settimane di sospensione dei voli.
Il razzo di venerdì portava un satellite Meridian-5, progettato per fornire comunicazione tra navi, aerei e stazioni costiere a terra.
Il guasto si è verificato a sette minuti dal lancio. I media russi parlano di un’anomalia nel terzo stadio del razzo.
“Il satellite non è riuscito a entrare nella sua orbita. Una commissione indagherà le cause dell’incidente”, ha detto il portavoce delle forze spaziali russe, Alexei Zolotukhin, che è stato citato dall’agenzia di stampa Interfax.
Il fallimento di oggi fa aumentare la preoccupazione per il prossimo lancio di una Soyuz, previsto per il 26 dicembre dal cosmodromo di Baikonur. Questo volo dovrà mettere in orbita sei satelliti della società di telefonia satellitare Globalstar.
Dopo il pensionamento della navetta spaziale americana Shuttle nel mese di luglio, il razzo Soyuz è rimasto l’unico mezzo per portare astronauti e cosmonauti a bordo della ISS. Il fallimento dello scorso agosto aveva fatto prospettare l’abbandono della IIS . Ora si attende con sempre più speranza l’entrata in funzione dei vettori commerciali che la NASA sta commissionando a vari fornitori privati per rendere gli USA e l’Europa meno dipendenti dalla tecnologia russa, ormai datata, nei voli con equipaggio umano.