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Virus del Nilo: 19 i casi fra luglio e agosto, scatta l’allarme

Sono 19 i casi accertati di febbre del Nilo in due mesi. Fra le zone più colpite il Veneto con casi a Venezia Treviso e Vicenza

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 10.09.2012

Sono 19 i casi accertati di febbre del Nilo in due mesi. Fra le zone più colpite il Veneto, con casi a Venezia, Treviso e Vicenza.

Il professor Giorgio Palù dell’Università di Padova, che ha condotto uno studio sulla febbre del Nilo, parla esplicitamente di emergenza sanitaria in un’intervista al Corriere.it. L’emergenza è dovuta probabilmente al fatto che l’estate è stata torrida e prolungata e le profilassi previste non sono state sufficienti perchè sarebbero dovute essere ripetute più a lungo.

Fra i 19 casi in sette sono scattati sintomi neuroinvasivi come meningite e encefalite. Le analisi avvengono tutte presso l’Università di Padova.

Nell’intervista al Corriere.it il professore spiega che ques’anno i casi sono stati segnalati in luglio e non in settembre come gli altri anni, quindi in anticipo. Inoltre il professore lamenta che la prevenzione contro le zanzare Culex, che trasmettono il virus non è stata sufficiente.

I medici di famiglia avevano tentato di sensibilizzare al problema, spiegando che erano possibili tre tipi di disinfestazioni: chimica (insetticidi), meccanica (pastiglie disinfettanti nei tombini, che vengono chiusi per evitare la fuoriuscita di acqua) o batterica. L’ultima è quella meno impattante e consigliata dai virologi.

“Ormai siamo di fronte a un’emergenza sanitaria comunicata anche da altri Paesi europei all’European Centre for Disease Prevention and Control e dilagante negli Stati Uniti”, ha dichiarato Palù al Corriere.it. “Nell’80% dei soggetti punti da zanzara infetta non accade nulla, nel 19% si manifestano sintomi simili a quelli influenzali ma nell’1% il virus induce astenia, cefalea, febbre alta, dolori articolari e muscolari, disturbi gastrointestinali, fino a meningite ed encefalite. Il West Nile in alcuni pazienti attacca infatti il sistema nervoso centrale e può essere letale”.

Ora ci si interroga su cosa non abbia reso l’azioen di disinfestazione efficace. Infatti i comuni sostengono di avere effettuato la disinfestazione così come previsto, ma probabilmente la stessa andava ripetuta nel’ultima parte dell’estate, momento in cui l’effetto di quelle effettuate precedentemente non era più attivo e in cui purtroppo il caldo non è affatto diminuito.

Ora tutti i comuni si impegneranno in una seria azione di informazione presso gli abitanti della zone venete interessate dal focolaio, nella speranza di evitare altri gravi casi in cui viene coinvolto e danneggiato il sistema nervoso centrale.

 

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  • io scrive:

    chi ha scritto questo articolo non conosce l’italiano! “giornalisti”!!!