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Le voragini in Italia: a Roma 100 sprofondamenti in un anno

Quello delle voragini è un fenomeno che si sta diffondendo nel territorio italiano, nei territori urbanizzati, provocando danni materiali e perdite umane

Scritto da Micaela Conterio il 09.05.2014

Quello delle voragini, sinkholes, è un fenomeno che si sta sempre più diffondendo nel territorio italiano e in particolare nei territori urbanizzati, con ricadute in termini di danni materiali e di perdite umane. Campania, Sardegna, Puglia e Lazio sono le regioni maggiormente colpite dai sinkholes. Nel solo Lazio sono state individuate 33 aree a rischio per un totale di 393 voragini censite, mentre in Sardegna sono 45 le aree a rischio sinkholes finora individuate, di cui 27 nelle zone minerarie metallifere e lignitifere del Sulcis-Iglesiente. Roma, Napoli, Cagliari, Palermo e Messina sono le città più colpite dai sinkholes, soprattutto di quelli di origine antropogenica.

Sinkholes a Roma

Questo è il quadro che emerge dal convegno organizzato dall’ISPRA “Voragini in Italia: i sinkholes e le cavità sotterranee: ricerca storica, tecniche di studio e d’intervento”, durante il quale è stata presentata una “Carta di suscettibilità ai sinkholes” del territorio di Roma sino al Raccordo anulare, aggiornata al 2014.

Nello specifico, nella città eterna sono stati individuati dall’ISPRA più di 2500 sinkholes verificatisi dal 1875 al 2014, in quanto il sottosuolo, analogamente ad altre città del nostro Paese (Napoli ad esempio presenta oltre 900 cavità sotterranee, per una superficie complessiva di oltre 60 ettari) è ricco di cavità sotterranee. Si tratta di una fitta rete di cave, catacombe, reti idrauliche, acquedotti, fognature e cunicoli di interesse archeologico, che in caso di piogge copiose, fratture del suolo, eventi sismici o attività umane inadatte, potrebbero generare i sinkholes. Se prendiamo in considerazione il quadrante est della Capitale è possibile notare un reticolo di cave di tufo di origine romana, che si dispiegano nel sottosuolo snodandosi per km. Tali cavità potrebbero causare il cedimento degli strati più superficiali del terreno, creando voragini di dimensioni metriche.

Negli ultimi 15 anni, stando ai dati ISPRA, nel solo territorio di Roma hanno mediamente avuto luogo ogni anno circa 100 sprofondamenti, causati da cedimenti delle cavità sotterranee, con notevoli effetti dannosi. Purtroppo tale fenomeno sta aumento anche a causa della violenza dei fenomeni alluvionali, che hanno aggravato la situazione generando ogni giorno circa 20 sprofondamenti di diversa natura, entità e pericolosità molto diversi tra loro. Tra i quartieri più a rischio il Prenestino, l’Appio-Tuscolano, il Tiburtino, Monteverde vecchio e l’Esquilino.

Stefania Nisio, coordinatrice del comitato scientifico del workshop, sottolinea come «dal punto di vista normativo, quasi tutti i Piani Stralcio per l’Assetto Idrogeologico adottati dalle Autorità di Bacino non prendono in considerazione, accanto alla pericolosità da frana e da alluvione, la pericolosità da sprofondamento, e solo poche Regioni italiane e alcune Autorità di bacino hanno emanato norme specifiche che impongono studi e indagini nelle aree suscettibili a sprofondamenti».
Il Servizio Geologico d’Italia dell’ISPRA ha realizzato un Database Nazionale dei Sinkholes consultabile sul sito dell’Istituto (www.isprambiente.gov.it).

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