Pratesi: “Gravi decisioni nell’Anno della Biodiversità: sarà dura per i lupi alpini”
Due pessime notizie per la biodiversità arrivano in questi giorni dalla Svizzera. A denunciarlo è il WWF Italia che in questi giorni sta lanciando una serie di iniziative proprio legate all’Anno della Biodiversità in vista della prossima conferenza di Nagoya.
Il parlamento elvetico, con la sola eccezione di Verdi e Socialisti, ha votato la richiesta di modifica della Convenzione per la protezione della vita selvatica e degli ambienti naturali in Europa, ironia della sorte nota proprio come Convenzione di Berna. La Svizzera mette le mani avanti, minacciando in caso di rifiuto, di uscire dalla Convenzione ed eventualmente di aderire nuovamente, ma con altri termini. La richiesta nasce dalla volontà di rivedere la protezione del lupo, una delle specie simbolo della fauna alpina, con il rischio, denuncia il WWF che questa diventi una specie cacciabile a tutti gli effetti. Un paradosso per le politiche di conservazione visto che la Svizzera è uno dei pesi più ricchi del mondo in cui i danni da predatore sono rimborsati completamente e rapidamente, in cui lo stato paga anche le opere di prevenzione dei danni e sovvenziona largamente le attività economiche in montagna. Se la modifica della Convenzione di Berna dovesse passare si assisterebbe all’abbattimento dei pochissimi lupi presenti, provenienti quasi tutti dall’Italia, come è successo già all’orso JJ3 giustiziato nel 2008 nei Grigioni . Questo mostra chiaramente come il problema sia soprattutto culturale e dovuto alla non abitudine alla presenza dei predatori, oltre che alla strumentalizzazione del problema dei danni da parte di un segmento del mondo politico. In Svizzera il lupo è una specie protetta sia da una legge federale sulla caccia del 1988 sia dalla stessa Convenzione di Berna del 1982. Il lupo è protetto anche in numerosi altri paesi europei. Grazie anche alle pressioni esercitate dal WWF Svizzera, già nel 2003 e 2006 fu respinta un’iniziativa parlamentare che richiedeva il declassamento dallo status di specie protetta per il lupo. Progetti a difesa delle greggi portati avanti dal WWF in questi anni hanno dimostrato la possibile convivenza tra attività umane e questo grande predatore, motivo per cui appare estremamente anacronistica la scelta di annullare oggi i benefici di anni di tutela.
La seconda brutta notizia è la decisione, sempre del Parlamento, di non ratificare i protocolli della Convenzione delle Alpi: il testo della Convenzione risale al 1991 ed è stato firmato da tutti i paesi alpini, ma sono i protocolli operativi che la rendono cogente e concreta sul piano operativo. E’ prevalso evidentemente il timore che i protocolli potessero minacciare alcune attività economiche o, più in generale, l’autonomia decisionale del paese.
“Si tratta di decisioni gravissime, attraverso le quali la Svizzera si isola dagli altri paesi alpini e dall’Europa proprio nell’Anno delle Biodiversità e getta un’ombra negativa su di sé e sulla propria immagine di paese verde e avanzato nelle politiche ambientali” – ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia.