Ammonta a ben 3 miliardi di euro il giro d’affari delle zoomafie in Italia, secondo un rapporto della LAV, la Lega Anti Vivisezione.Il triste quadro emerge dal Rapporto Zoomafia 2011 redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV. La nuova edizione del Rapporto analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2010.
Le varie voci fanno riferimento alle corse clandestine, che contano su un giro d’affari di circa un miliardo di euro. Poi canili e traffico di cani valgono circa 600 milioni di euro, per poi passare al traffico illegale di bestiame, alla vendita di animali protetti, combattimento tra animali, uso intimidatorio a danno di varie specie e così via, tutti “settori” multimilionari.
Molti i reati denunciati dalle procure, ma molto rimane ancora da fare e il fenomeno è molto esteso. “E’ opportuno ricordare che il numero dei reati ufficiali rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti. Molti reati, infatti, pur essendo stati commessi restano, per motivi vari, nascosti e non vengono registrati. Naturalmente, la quota di reati nascosti sul totale di quelli reali – il cosiddetto numero oscuro – varia a seconda del tipo di reato, soprattutto in funzione della sua gravità. Il reato di maltrattamento di animali per sua natura ha un numero oscuro altissimo. Un altro aspetto da considerare è che in generale sono di più i reati denunciati a carico di ignoti che quelli registrati a carico di autori noti. Se si considera poi che, notoriamente, i processi celebrati che arrivano a sentenza sono poco meno del 30 per cento, e di questi solo la metà si concludono con sentenza di condanna, i crimini contro gli animali che di fatto vengono puniti con sentenza sono solo una minima parte rispetto a quelli realmente consumati”, dichiara Troiano.
Qui la presentazione completa del rapporto.