In fretta e furia mi preparo, non voglio deludere la mia amica. E così eccomi in auto a parlare di cinema africano, argomento di cui non so nulla, desiderando di essere invece da tutt’altra parte e con chiunque altro. Non che ce l’abbia con l’uomo seduto accanto a me e che faticosamente proferisce qualche sillaba smozzicata, anche lui sul cinema africano, ma ce l’ho con la situazione.
Ce l’ho con questo tipo di situazione; come la cena dove mi ritrovo accanto a un uomo grigio, uno studioso, dal sorriso che non mi piace e che corteggia sfacciatamente la mia amica sposata e che ha pure combinato la cena. Per farci conoscere (come in quel film).
Forse, adesso che ci penso, non la corteggia affatto, forse solo non vuole parlare con me. In fondo siamo tutti e due nella stessa barca, ma remiamo verso sponde opposte.
In questi momenti si diventa anche metaforici, perché accasare qualcuno non è cosa facile e tutti ci provano: anch’io sono una grande accasatrice di amici single.
Adesso che mi sono accasata io, beninteso.
E se devo dirla tutta mi sono accasata con un ragazzo che interessava già a una mia amica. Mi aveva detto: però che bel ragazzo. E io, generosa, le avevo subito risposto te lo presento. Ma poi l’avevo guardato con altri occhi e mi ero detta: perché presentarlo a un’altra? Piace a me.
E poi da cosa nasce cosa.
Ma non sempre succede così e, come si evince dall’aneddoto, quasi mai le cose vanno come si sarebbe voluto o pensato. E il caso per quanto mi riguarda è stato più benevolo delle mie amiche pur con tutte le loro buone intenzioni.
Il vizio dell’accasatrice non l’ho perso: osservo gli amici e le amiche single e ipotizzo incontri, favoleggio intrecci sentimentali, il mio fine è uno solo: rendere felici gli altri come sono felice ora io.
Tutti i grandi e generosi accasatori hanno questo fine ultimo, ma possono risultare indigesti, lo so, lo so bene.
Se poi sono madri o altri parenti o anziane amiche delle madri a voler sistemare il congiunto o l’amico ancora single, la situazione diventa tragica.
O meglio chi osserva se la ride, chi cerca di accasare si affanna e un po’ si diverte, chi deve essere accasato e viene sottoposto a estenuanti interrogatori sulla donna del cuore, sui gusti e non gusti, su ogni genere di particolare atto a renderlo appetibile, costui comincia a sentirsi mancare l’aria.
Ecco la madre che trilla al telefono: te la ricordi la…. e lui sta già mordendo il cellulare.
Per aiutare i poveretti in queste condizioni ecco la notizia, un aiuto che viene dall’informatica: si tratta della Invisible Girlfriend App. Vi manda messaggi, chiamate vocali, piccoli regalini e addirittura un profilo Facebook con cui “relazionarvi” e da mostrare alla mamma. Lo slogan è infatti: “Finalmente una fidanzata a cui i vostri genitori crederanno” Costi: 6,20 sterline per la versione base, 49,99 per la versione che non vi molla un attimo. Da sposare! Ovviamente l’inventore di tutto ciò, Matt Homann, è single. (Da Cacao le buone notizie comiche)