Cosmo felino

Una domenica mattina di non molto tempo fa, mentre mi preparavo la colazione ho sperimentato l’armonia perfetta del cosmo.

Non dico che l’ho sentita come un brivido nelle ossa o nelle viscere, nemmeno percepita in una dimensione “enne”, in una stringa parallela, in un buco un po’ meno nero.

Ho sperimentato, e da Galileo in poi sperimentare è qualcosa di concreto, se non sbaglio, dunque toccato con mano l’armonia perfetta e piena del cosmo.

Office in a small city; Hopper,1953 

Mentre io facevo colazione, si sono sentiti per un attimo solo i rumori della bustina del te che galleggiava nell’acqua, in attesa dell’infusione. Per un attimo dalla finestra aperta è entrata solo una brezza leggera e quasi tiepida: è stato un inverno mite, troppo mite in effetti.

Allora, colpita da queste coincidenze, ho capito che anche il suono e la luce partecipavano di questo momento cosmico, quasi cosmico. Di questo momento universale, se a ciascuno alla fin fine è concesso un poco di universo.

Nell’istante zero, oltre spazio e tempo, i miei tre gatti mangiavano ciascuno nella sua propria ciotola.

Ogni gatto una ciotola. Ogni gatto il suo tipo di crocchette. Ogni gatto col muso tuffato nella sua ciotola intento a sgranocchiare, senza tentare incursioni nella ciotola del gatto vicino.

Dislocati in tre punti equidistanti della stanza stavano mangiavano in un ordine e in un’armonia perfetti.

E per questo labili. E per questo effimeri. Ma possibili.

Non mi vergogno a dire che è stato un momento di pienezza anche per me.

Subito dopo ogni gatto ha reincarnato la sua personale teoria del caos e io ho tuffato la fetta biscottata nel tè.

Ma soltanto dopo aver raccolto tutte le ciotole. 

Ps. Di questo scrivi oggi? C’è stato il governo Renzi! C’è la novità! C’è l’ultima occasione della politica italiana! C’è la carica, l’energia, dell’homo novus (lo scrivo in latino per far capire quant’è nuova questa attesa dell’homo novus).

Insomma c’è tutto questo fermento e tu oggi scrivi di questo?

Sì, appunto!