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Elogio della scuola nella Giornata della Memoria

Scritto da Maria Rosa Pantè il 02.02.2015

Vorrei tessere l’elogio della scuola come luogo che irradia durevole cultura. È una frase impegnativa, ma ho le prove! Prove che mi daranno ragione.

Quest’anno per la Giornata della Memoria, la memoria della liberazione del lager di Auschwitz e dunque della fine di tutte le persecuzioni perpetrate dai nazisti contro gli ebrei, i rom, gli omosessuali, gli oppositori politici, i disabili e …

Tenete a mente disabili.

Dunque quest’anno a organizzare gli eventi che hanno fatto fare memoria ai ragazzi dell’Istituto in cui lavoro, l’Istituto Superiore d’Adda, di Varallo, sono stati tre ex allievi usciti dal classico l’anno scorso.

In due: Eugenio Paglino e Lara Peincisvalle hanno preparato e proposto alle classi del biennio un lavoro molto complesso, articolato in quattro gruppi di approfondimento con attività anche pratiche e in quattro laboratori dove liberamente e individualmente approfondire i temi proposti. I temi: la Memoria certo, poi il Tempo attuale, la nostra vita, la crisi, la Terra, la riflessione: perché fare memoria e basta non serve, perché davvero non dovrebbero ripetersi queste cose e invece, in scala diversa, con meno precisione, si ripetono.

Il materiale proposto, il progetto si chiama l’albero delle idee, lo trovate qui: http://www.campustralenuvole.it/joomla/ausilio

C’è stata da parte dei ragazzi e dei professori una bella risposta, pur con alcuni problemi di organizzazione, di gestione dei tempi e dei luoghi.

Il triennio invece ha assistito a uno spettacolo dedicato a fatti storici tenuti in ombra, ma terribili persino da dire. Prima dei lager e dell’olocausto i Nazisti fecero le loro prove: per ottenere la razza pura (e anche per ragioni economiche) diedero forma “industriale” e struttura “scientifica” all’eutanasia di stato eliminando i disabili fisici e mentali, i portatori di malattie croniche, obbligando a sterilizzarsi anche genitori potenzialmente trasmettitori di malattie.
Il lavoro di ricerca, di scrittura e di messa in scena su tutto questo è opera di Andrea Piazza, un altro ex allievo, anima della Compagnia della Civetta (di cui trovate notizie qui: http://compagniadellacivetta.blogspot.it/). Andrea Piazza insieme a Maristella Sala, docente di latino e greco, e a Daniele Conserva, cabarettista e attore, ha fatto conoscere a tanti ragazzi una vicenda così spaventosa. La resa teatrale è stata amplificata dal fatto che i lettori agivano in armonia con un coro, diretto dal maestro Carlo Senatore, che cantava e insieme agiva-interagiva sulla scena. Un bel modo di sottolineare le emozioni che talvolta le parole non riescono a dire.

E dunque stremata, davvero stremata, da tanto dolore che si ripeterà e si ripete sempre, stremata, ho pensato ai giusti e a questi ragazzi che studiano, cercano di capire, insegnano ad altri la memoria e ho sentito che, se c’è una salvezza per questa nostra specie sciagurata, è la scuola.

(Oltre al superamento dell’antropocentismo naturalmente).

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