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Per seguir virtute e canoscenza (Dante)

Scritto da Maria Rosa Pantè il 20.07.2015

Conoscenza: io sono per mettere i fascisti su un treno piombato, portarli in un campo di concentramento, ce n’è anche in Italia e con i forni crematori, e tenerli a regime nazi-fascista per una settimana. Poi rimandarli a casa e ripetere la lezione finché non si capisca che il fascista ha capito che, quando saluta col saluto romano, diventa complice di una cosa così: i treni piombati, i lager, la morte atroce. E sa anche bene di cosa è colpevole perchè l’ha provata un po’ sulla sua pelle.

Conoscenza: io sono per presentarsi tutti. Io vengo dal Mali, c’è la guerra. Io vengo da Treviso sono disoccupato. Io vengo dal Gambia e sono senza padre e madre. Io sono una pensionata di Palermo. Io vengo dalla Siria, ho con me il mio gatto. Io sono di Roma e sono una gattara: siamo amiche. Siamo amiche.

Conoscenza: io sono per prendere chi si dice fascista e fargli conoscere la Nemirovsky, bel romanzo e poi ha scritto altro? No, è morta in un campo di concentramento.

Oppure far leggere la Hillesum. Ma poi ha fatto la scrittrice? No, è morta in un campo di concentramento.

Oppure far vedere il volto serio di Edith Stein. Una suora? Ha aiutato tante persone? No, è morta in un campo di concentrameto. Un campo fascista, nazista, anche stalinista, ovviamente.

Conoscenza: io sono per portare tutti a vedere, sentire, leggere cose belle. Concerti con musicisti di ogni colore, persino la musica di quei rom, che fa venir voglia di ballare.

La conoscenza è la chiave di tutto.

La conoscenza toglie la paura e il fascista ha tanta, tanta paura, come spesso dico lo dimostra anche la sua amigdala che è più grande e l’amigadala è il centro della paura. E sta nel cervello.

La conoscenza è alla base dell’empatia che vuol dire che io provo quello che provi tu.

La conoscenza, di solito, rende migliori, non dico sempre, ma quasi sempre e dunque vale la pena provare, magari anche obbligando un po’ a questa bella fatica.

Bisogna conoscere per scegliere.

Intanto mentre io son qui a scrivere, arrabbiata, tanto arrabbiata con tutto questo fascismo che riprende piede, i viaggi disperati continuano e continuano a morire le persone, anche le bambine. Nella mia rabbia cupa di questi giorni certo ha parte la morte della bambina diabetica, una storia così triste che verrebbe voglia di maledire tutti.

Ma prima di maledire qualcuno voglio conoscerlo e così è quasi certo che non lo maledirei più.

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