E dunque il pilota dell’aereo tedesco si è suicidato e, per far parlare di sé, s’è portato dietro 149 persone.
Grillo ha scritto che Renzi è un po’ come il pilota perché ha chiuso fuori tutti e porta a schiantarsi l’Italia intera.
A dire il vero quand’anche fosse un paragone azzeccato, non mi interessa molto. Renzi, Grillo, alla fin fine persino l’Italia sono contingenze, virgole in un libro infinito.
A me, invece, è venuto in mente che il pilota è l’homo sapiens e sta portando a schiantarsi tutta la Terra, purtroppo tutta la terra e non solo se stesso, come appunto ha fatto il pilota.
Anche se questa evenienza è poco più che una virgola nell’immensità dell’universo, merita forse un po’ più di attenzione.
Da un po’ di tempo a questa parte io penso che prima finisce la specie homo sapiens meglio è per il resto di ciò che è vivo. Se l’homo sapiens continuerà a proliferare d’altra parte di ciò che vive resterà poco. Probabilmente batteri e forme semplici di vita.
Come nelle guerre mi spiace per le vittime innocenti così mi dolgo per animali e piante, mi dolgo per i bambini e per le donne, quelle che ben poca voce hanno avuto in questa nefanda forma di evoluzione che la nostra specie ha imboccato.
Ora il quadro che io vedo è questo e non sono affatto depressa, sono anzi in fase creativa, espansiva e dunque molto lucida.
La terra si sfalda, disboscamenti, inquinamento, biodiversità a rischio (che detto in modo meno scientifico vuol dire vita che scompare). La società regredisce. Guardiamoci intorno, i diritti dei lavoratori, l’idea di una società democratica e paritaria, nata dopo la II guerra mondiale e solo in Europa, sono stati in realtà una parentesi, si sta infatti provvedendo a farli morire. Ovunque ci sono guerre, disparità, dolori, sofferenze, enormi ingiustizie, insopportabili, sì insopportabili, diseguaglianze e accettazione, per me inspiegabile accettazione, di quasi ogni forma di sopruso.
Per non essere appunto definita una maniaca depressiva, voglio dire che l’homo sapens ha creato bellezza, conoscenza, cose meravigliose. Che dire di Claudio Monteverdi, di Dante od Omero o Emily Dickinson. Che dire di Leonardo da Vinci, di Einstein, di Simone Weil e tanti altri. Che dire di grandi uomini e donne di stato e di tante oscure persone che ogni giorno si battono per aiutare gli altri, per quella solidarietà invocata da Leopardi nella Ginestra.
Resta il fatto che il mondo va così, bellezza, giustizia, democrazia, eguaglianza sono parentesi, quel che vedo è paura, paura di perdere qualcosa, anche la più piccola cosa. Paura di morire alla fin fine.
Chi può, pochissimi, si rende immortale accumulando potere e ricchezza. La massa enorme, tutti noi, cerca di esorcizzare la paura di non essere più mantenendo piccole cose, qualcuno proprio la minima sopravvivenza e qui, ovviamente entra in gioco la biologia, l’istinto di sopravvivenza.
In sostanza una massa di persone più o meno sfruttate, piegate dalla schiavitù del proprio corpo, delle proprie paure, del proprio ego (non posso dire egoismo se parlo di qualcuno che vuole mangiare, almeno mangiare, no?) e costoro sacrificando a questa divintà famelica tutto ciò che vive, mantengono un manipolo di persone, le piu terrorizzate di tutti, perché più hanno da perdere: i ricchi, straricchi, incommensurabilmente ricchi che io non sopporto, ma che non posso odiare perché io sono infinitamente superiore a loro, vivo in una consapevolezza che loro non hanno, io ho una compassione che loro non conoscono, io sono una persona viva e loro no.
Certo distribuire equamente le loro ricchezze anche con un atto di forza (mai di violenza) non mi dispiacerebbe affatto, sarebbe un modo per diventare tutti migliori, magari un po’ più felici, un po’ meno impauriti. Sarebbe bello…