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Umanisti e digitali? Si può!

Scritto da Maria Rosa Pantè il 05.10.2016

Da molti anni ormai gira fra le persone quel che si definisce una bufala, cioè una notizia falsa che pare verosimile al punto che poi ci credono quasi tutti. Ma le bufale non sono eterne e qualcuno prima o poi le scopre, per il bene di tutti.

Il Liceo Classico e gli Studi Umanistici sono al centro di una grandissima bufala: si crede che il classico sia una scuola antica, fuori tempo, fuori moda, inutile addirittura.

Il greco e il latino sono lingue morte e forse dovrebbe morire anche il classico. Così si pensa. E purtroppo così talvolta pensa il legislatore.

Che ce ne facciamo di tutti questi classicisti nell’era del digitale, delle tecnologie, dell’informatica?

Molti genitori e persino docenti delle scuole medie pensano che il classico non sia più adeguato ai tempi. Ebbene sbagliano e di grosso.

Non lo dico io, lo dicono i fatti: Fabiola Gianotti, prima donna a dirigere il CERN, ha frequentato il Liceo classico, il nobel della fisica Carlo Rubbia ha frequentato il classico, Renzo Piano ha la maturità classica.

Va bene, son casi isolati, il classico era vicino a casa, sono geni di loro e qualsiasi scuola sarebbe andata bene lo stesso.

Se dunque non vi bastano queste testimonianze, ecco una notizia molto recente. La Apple a Napoli ha investito nella formazione di sviluppatori di App e cerca non solo matematici, ingegneri, informatici. Cerca soprattutto creativi, umanisti, filosofi, letterati, psicologi.

Cerca “umanisti digitali”.

Così recita un articolo della Stampa: “Apple arruola filosofi, psicologi, letterati, pedagoghi e creativi: al via le domande per partecipare al primo corso di alta formazione iOS Foundation Program dedicato agli umanisti.”

Dunque come dicevano già i Greci antichi (sempre loro) conviene tenere la linea del giusto mezzo. Si deve innovare la tecnologia, ma con creatività, si può puntare al nuovo se si hanno salde radici piantate in un terreno fertile.

Un terreno che il Liceo Classico e gli studi umanistici sanno fornire, parola di Apple.

Ecco l’articolo.

 

 

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