Parto da qui perché da tempo avevo criticamente sollecitato il giornale a farsi vivo sulla vicenda dei parchi specialmente in riferimento alla discussione in corso al Senato.
Finalmente un intervento del Sen Massimo Caleo del Pd presentatore del disegno di legge del partito di modifica della legge 394. Premesso che non si tratta di un colpo di mano Caleo sottolinea che innanzitutto si vuole semplificare la loro governance per renderli organismi più snelli. Eppure ha fatto il presidente di un parco regionale; davvero sta qui un limite della legge e un problema per i nostri parchi? Se quelli nazionali quasi tutti non sono stati in grado di fare il loro piano a differenza della gran parte di quelli regionali è colpa della legge e delle sua vecchiaia ventennale? O non dipenderà piuttosto dal fatto che sono state abrogate –da anni!- le norme della legge 394 che prevedevano sedi a strumento di governance nazionali in cui regioni e enti locali avrebbero dovuto costruire un sistema nazionale di aree protette di cui si sono perse anche le tracce?
E’ perché Caleo manco accenna alle aree protette marine da cui è partito il brutto testo del Senato firmato da D’Ali? Perché non dice che della integrazione marino -terrestre a cui sta lavorando il ministro Orlando non c’è parola mentre c’era e c’è quella di sfrattare –in nome del federalismo e della governance?-le regioni?
Non si tratta di un colpo di mano? Sicuramente di un colpo a salve rispetto ai veri problemi dei parchi che dipendono non dalla legge ma dalla politica finora sbagliata e latitante.
nel mio orto non estirpo insalata e pomodori salvo trovandoli la stagione successiva. tuteliamo. ma non manipoliamo.