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Le critiche di Settis all’Unità

Scritto da Renzo Moschini il 08.01.2014

Avevamo ragione a considerare gli interventi de L’Unità sull’ambiente e in particolare sui parchi e  il paesaggio una significativa novità. In effetti questi articoli hanno contribuito a sollecitare una attenzione e riflessione anche critica che su questi temi era venuta meno. Salvatore Settis ha trovato però l’inchiesta sul paesaggio improvvisata e superficiale a partire dalle cifre. Io vorrei limitarmi –dopo la replica di Del Fra- a ricordare un aspetto su cui nella lettera di ieri ma anche nei suoi libri Settis non si sofferma- potrei dire- omette. Mi riferisco alla norma del  nuovo Codice dei beni culturali che ha sottratto ai piani dei parchi (come stabilito dalla legge 394) il paesaggio.

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Ora anche senza scomodare più di tanto l’annosa questione della ripartizione delle competenze tra stato e regioni sul paesaggio non v’è dubbio che questa norma non aiuta certo la non ‘sovrapposizione’ fra le nozioni di ‘paesaggio’, ‘territorio’, ‘ambiente’ a cui fa riferimento Settis. E la ragione di fondo è -come conferma proprio il fallimento del titolo V – che senza una collaborazione istituzionale e costituzionale non avremo mai quella integrazione  senza la quale continueremo a collezionare insuccessi. Il Politecnico di Torino ha dato alle stampe un ampio studio internazionale su ‘Il paesaggio come ponte tra ambiente e cultura’.  Che a partire dai parchi e dalle aree protette come nei bacini idrografici –ossia nei territori di maggior pregio ma  oggi anche a maggior rischio il paesaggio sia sottratto alla competenza di soggetti preposti alla tutela ambientale può essere considerato coerente con l’art 9 della Costituzione? Ricordo che tra i primi effetti del nuovo codice figura l’impugnativa da parte dello stato  della legge istitutiva di un parco regionale fluviale in Piemonte a cui si contestò appunto la competenza sul paesaggio riconosciuta da sempre a tutti i parchi piemontesi. E’ questa la condizione perché il paesaggio risulti davvero -come vuole anche la Convenzione europea-  ponte tra ambiente e cultura?

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