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Parchi italiani e francesi

Scritto da Renzo Moschini il 22.04.2015

Quando fu deciso di trasportare il Concordia a Genova anche i francesi le cui acque riguardano il santuario dei cetacei espressero come altri peraltro qualche preoccupazione e timore per i possibili effetti negativi. Le nostre autorità li rassicurarono aggiungendo  un po’ spocchiosamente che noi davamo più garanzie di loro.

Ho appena letto PARCS la rivista dei parchi francesi –noi non ne abbiamo più da anni- che si apre con un discorso di saluto e di incoraggiamento di Francois  Holland all’Eliseo nell’incontro nazionale con i 51 parchi regionali che costituiscono la struttura portante del sistema di aree protette francesi.

Viene fin troppo facile il confronto con il nostro paese che da anni ormai sta annaspando nella più assoluta  latitanza politico-ministeriale da cui non riusciamo ad uscire. Non siamo riusciti neppure a convocare una Conferenza nazionale pur richiesta e non soltanto dai parchi. Che i parchi siano importanti naturalmente lo dicono in molti che si tratti di turismo o altro ma è altrettanto noto che a questi riconoscimenti da anni non seguono impegni, idee, progetti, risorse. Abbondano invece  sortite che ai francesi non verrebbero neppure in mente. Su PARCS ho letto ad esempio un servizio sulle iniziative in corso sui Pirenei tra Francia e Spagna. Stanno cercando di raccordare e integrare i loro impegni e programmi. Noi invece sullo Stelvio stiamo cercando di dividere quelle che era già unito. Figuriamoci se pensiamo ai territori confinanti stranieri.

Speriamo che PARCS lo leggano anche al ministero.

Renzo Moschini

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