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Per i parchi di tutto e di più

Scritto da Renzo Moschini il 21.10.2014

Le cronache nazionali ci informano che prosegue la ricerca sempre più complicata per venire a capo della vicenda del parco nazionale dello Stelvio che rischia di essere spartito tra Trento, Bolzano e la Lombardia come fosse un panettone. Il tutto con tanti saluti a quella integrazione del territorio che è alla base del riconoscimento delle Dolomiti come Patrimonio dell’ Umanità e di qualsiasi seria gestione dell’ambiente non soltanto alpino.

Parco Nazionale dello Stelvio  - Camoscio

Parco Nazionale dello Stelvio – Camoscio

Ma le cronache proprio in questi giorni si sono arricchite di un’altra notizia che riguarda un altro parco nazionale storico  quello del Gran Paradiso.

In questo caso par di capire si sia ripreso a discutere  dove è meglio collocare la sede principale nel territorio aostano e non più piemontese. Ricordo  una discussione alla Camera negli anni ottanta e poi di nuovo in un incontro ad Aosta con il presidente Rollandin al suo primo giro presidenziale in cui già ci si era posti il problema.

Il bello però –si fa per dire- è che in questo caso se ne discuterà in un incontro pubblico per la presentazione e illustrazione delle attività ed esame delle problematiche gestionali alla luce della modifiche della  legge  394 all’esame del Senato promosso dalla stessa  commissione ambiente del Senato.

Insomma si discute di cosa fare al parco del Gran Paradiso non in base alla legge vigente ma a quella di cui si sta discutendo da alcuni anni e che c’è solo da augurarsi non tagli mai il traguardo.

Insomma i nostri senatori che non sono riusciti finora a combinare niente di buono per i nostri parchi orfani da anni di una politica degna di questo nome  si recano ad Aosta per dire cosa dovrebbe fare quel parco non in base alla legge in vigore  ma a quella balorda e impresentabile di cui stanno discutendo da tempo senza venire a capo di nulla. Siamo al grottesco che senatori i quali  vorrebbero con legge tagliar fuori le regioni da qualsiasi competenza sulle aree protette marine vanno in una regione speciale a dirgli cosa dovrebbero in base ad una legge che non c’è.

Intanto in situazioni alle prese con i problemi gravissimi del maltempo come all’Arcipelago Toscana il parco nazionale risulta con le mani legate perché da un anno aspetta l’insediamento del nuovo Consiglio. Secondo il nostro presidente del consiglio le regioni devono farsi perdonare vari peccati. Il ministero dell’ambiente invece?

Renzo Moschini

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