Il vecchio slogan lo si può oggi attagliare al rapporto della politica con le politiche ambientali. Mai come in questo momento infatti e non soltanto sul piano nazionale specie dopo le denunce dell’ONU su cosa aspetta il nostro pianeta, la politica non sembra riuscire a cogliere adeguatamente il suo ruolo ormai irrimandabile. Un ruolo che ovviamente ricade e riguarda in particolare i partiti con responsabilità di governo a Roma come nelle regioni e negli enti locali. Cercare scusanti nelle imprevedibilità meteorologiche e sulla portata eccezionale delle ‘bombe d’acqua’ non ha senso per chi ha istituzionalmente il compito e il dovere di ‘prevenire’ per ‘evitare’ soprattutto i disastri. Perché questa crescente divaricazione che registriamo anche in forze politiche e regioni che hanno contribuito a dotare il nostro paese di leggi importanti grazie alle quali lo stato, le regioni e gli enti locali si sono fatti carico della tutela del paesaggio, del suolo, della natura e del territorio. Insomma politiche che hanno permesso di introdurre nel governo del territorio significativi strumenti di pianificazione e programmazione.
Perché oggi le politiche ambientali hanno perso sempre più di incisività, coerenza finendo spesso nel tritacarne che ne ha cancellato o fortemente sfigurato i connotati? Già da troppo tempo si è scaricato la responsabilità soprattutto sui tagli di bilancio che ovviamente hanno inciso eccome. Però da tempo è emerso pure che persino negli ambiti più esposti come il suolo non riusciamo a utilizzare del tutto le risorse disponibili come accade in maniera ancor più vistosa nei contributi comunitari che non riusciamo a mettere a frutto perché non siamo in troppi casi in grado di presentare progetti seri o di contare sui cofinanziamenti previsti. Anzi spuntano sempre più di frequente sia in sede parlamentare che governativa proposte che penalizzano o stravolgono norme a suo tempo felicemente introdotte. Proposte a cui le regioni e gli enti locali non sanno sovente rispondere come dovrebbero quando non concorrono in proprio a far danni.
A me forse fa velo l’esperienza politica e istituzionale del passato quando le scelte politiche e istituzionali e non solo sull’ambiente animavano il dibattito e il confronto nel partito come nei gruppi parlamentari e anche regionali e locali.
Oggi capita di leggere una proposta di legge presentata al senato ricalcata sul testo di chi ad esempio vuole stravolgere la legge quadro sui parchi di cui nessuno sa dove e chi ne ha discusso.
Se guadiamo alla situazione toscana dove si è impegnati in due importantissime leggi quella sul paesaggio e quella sulle aree protette capita di leggere dichiarazioni di autorevoli dirigenti di partito e parlamentari che sbeffeggiano personalità come Asor Rosa che alla Toscana guardano da tempo con impegno e disponibilità, mentre non capita mai di leggere qualcosa di chi formalmente è ‘responsabile’ dell’ambiente che sembra entrato in clandestinità.
E’ bene che il cavallo torni il prima possibile a bere in Toscana e a Roma.
Renzo Moschini
Ma tutti questi giri di parole che non si capisce dove vogliono andare, volete parchi e case antisismiche? è questo l’obiettivo? Ma cosa ve ne farete di tutti questi successi ecologici quando il mondo sarà sott’acqua? In tutti questi giri di parole non vedo la parola PETROLIO, significa che anche voi addetti non avete ancora individuato il nemico assoluto del pianeta, e senza nemico non c’è battaglia, solo giri di parole.