Ricostruzione di un uomo di Neanderthal, esptinto 40.000 anni fa - fonte Wikipedia
Il cervello degli esseri umani e quello degli uomini di Neanderthal sono circa delle stesse dimensioni e appaiono piuttosto simili globalmente. Ma alcune differenze che si manifestavano appena dopo la nascita, e in particolare nel primo anno di vita, mostrerebbero fondamentali differenze sul comportamento globale tra noi e in nostri cugini ormai estinti. La ricerca in questione apparirà nel numero del 9 novembre della rivista Current Biology, una pubblicazione di Cell Press.
I risultati sono basati sul confronto delle impronte sulla scatola cranica del cervello in via di sviluppo e delle strutture circostanti derivate dal crani di uomini moderni e fossili, tra cui quello di un neonato di Neanderthal.
Philipp Gunz del Max Planck Institut per l’antropologia evolutiva ha spiegato che le differenze che i ricercatori osservano nello sviluppo cerebrale precoce probabilmente riflettono i cambiamenti nei circuiti cerebrali sottostanti. E’ proprio quell’organizzazione interna del cervello che influenza di più la capacità cognitiva.
“Negli esseri umani moderni, le connessioni tra le diverse regioni del cervello che si instaurano nei primi anni di vita sono importanti per le funzioni superiori di tipo sociale, emotivo, e relazionale”, ha detto Gunz. “E’ quindi improbabile che i Neanderthal vedevano il mondo come noi.”
L’esistenza o meno di differenze cognitive tra gli esseri umani moderni ed i Neanderthal è oggetto di controversie in antropologia e archeologia. Poiché la gamma di dimensioni del cervello nei Neanderthal sostanzialemtne simile a quella gli esseri umani, molti ricercatori avevano assunto che le capacità cognitive delle due specie fossero simili. Questa nuova scoperta incrina tale assunzione.
Infatti, la forma complessivamente allungata della scatola cranica non è cambiata molto nel corso di oltre due milioni di anni di evoluzione umana, nonostante un notevole aumento del volume cranico. E’ la forma globulare della sede cranica degli esseri umani moderni che contraddistingue la nostra specie dai nostri più stretti parenti fossili. I nuovi risultati mostrano che, al momento della nascita, sia gli uomini di Neanderthal che gli esseri umani moderni avevano un cervello allungato, ma solo la sede del cervello dell’homo sapiens aveva una forma più globosa nel primo anno di vita.
“La forma globulare della scatola cranica degli esseri umani adulti è quindi in gran parte il risultato di una fase iniziale di sviluppo del cervello che è assente da uomini di Neanderthal”, ha detto Gunz.
Il gruppo di ricerca aveva già trovato che i modelli di sviluppo del cervello umano e degli scimpanzé sono notevolmente simili dopo il primo anno di vita, ma differiscono notevolmente subito dopo la nascita. I nuovi risultati mostrano dunque che la “fase di globulizzazione” dello sviluppo del cervello distingue gli esseri umani moderni non solo dagli scimpanzé, ma anche dagli uomini di Neanderthal.
Questa nuova ricerca sullo sviluppo del cervello umano potrebbe far luce sui risultati di un recente confronto tra i genomi dell’uomo di Neanderthal e moderno, secondo i ricercatori.
“Il modello unico di sviluppo cerebrale precoce nell’uomo moderno è particolarmente interessante alla luce delle recenti scoperte nel progetto di studio del genoma dei Neanderthal, che ha individuato i geni rilevanti per la cognizione che sono derivati gli esseri umani moderni”, hanno scritto i ricercatori. Essi ipotizzano che un allontanamento dal modello ancestrale di sviluppo del cervello che si è verificano nei primi Homo sapiens abbia portato ad una riorganizzazione del cervello che ha portato gli esseri umani moderni ad avere “una marcia in più” rispetto a tutti i nostri antenati mai comparsi sulla faccia della terra.