Usare la bellezza della natura come un’attrazione turistica, si pensi alla Riserva Naturale del Wolong, e parallelamente promuovere la conservazione delle riserve dei panda, è una splendida idea e può essere incoraggiante per la Cina. Si tratta tuttavia di un sentiero non facile da percorrere per poter condurre fuori dalla povertà gli abitanti del luogo, soprattutto in Cina, dove la corruzione a livello di politica locale lascia intere fasce di popolazione fuori dai benefici dei proventi del turismo. Oggi una elaborata ricerca condotta da studiosi guidati da Wei Liu, portata avanti da quindici anni, parla di “mancanza di connessioni sociali e politiche turistiche difficilmente accessibili a tutti”.
La politica cinese rappresenta spesso un ostacolo: coloro che beneficiano maggiormente dei proventi del lavoro – in questo caso dal turismo naturale – sono persone che posseggono già risorse e conoscenze. Chi è più povero fa molta fatica a inserirsi nel business del turismo.
La ricerca di Wei Liu, pubblicata nell’edizione del 25 aprile di PLoS One, sembra evidenziare una che negli ultimi dieci anni il turismo nella Riserva Naturale del Wolong, nella Cina sudoccidentale, sia stato davvero fiorente. La Cina, come molte aree nel mondo, sta investendo molti capitali sul turismo rurale e sta cercando di preservare il fragile habitat degli animali, permettendo nel contempo alla popolazione locale di prosperare.
Ma sino ad ora, nessuno ha guardato seriamente da vicino alle implicazioni economiche a lungo termine per le persone de luogo. Liu è un ricercatore del Centro per l’Integrazione dei sistemi e la sostenibilità all’Università del Michigan. Liu e colleghi hanno portato avanti un lavoro di ricerca di quindici anni sul Wolong – che loro stessi definiscono un eccellente laboratorio – per studiare le complesse interazioni degli esseri umani con la natura. “Questo studio dimostra quanto sia importante l’avere dati comprensibili a lungo termine per capire come tutto funzioni davvero nell’ insieme”, ha detto Liu. “Questa è la prima volta che siamo stati in grado di metterli insieme per capire come i cambiamenti si sono intercorsi”.
La ricerca si intitola “Guide e impatti socioeconomici della partecipazione turistica in aree protette” ed è co-redatta da Christine Vogt, professoressa dell’Università del Michigan; Junyan Luo, ricercatore associato; hanno partecipato Guangming He, assistente ricercatore; Kenneth Frank, professore di risorse ambientali e naturali e della pesca e della flora e fauna selvatica; Jianguo “Jack” Liu; Rachel Carson Chair. Tutti, a parte Vogt, sono membri del CSIS, di cui Jack Liu è direttore.
Wei Liu e i suoi colleghi hanno seguito 220 famiglie nel Wolong, dal 1999 al 2007, cavalcando l’onda del cambiamento in un’area che, a partire dalle fattorie stava via via facendo arrivare i turisti. Qui i turisti sono interessati a vedere la terra dei panda giganti così come le sue bellezze ecologiche. L’onda si è improvvisamente fermata nel 2008, quando un massiccio terremoto ha danneggiato strade ed edifici, terremoto che ancora impedisce lo sviluppo e l’incremento degli affari.
La Cina, come ha riportato Wei Liu, ha una struttura politica che difficilmente favorisce le connessioni sociali. Il gruppo di ricercatori ha studiato l’impatto di avere risorse nel Wolong. Già il fatto di possedere soldi, educazione, rapporti con i governanti, incrementa notevolmente le possibilità per una persona di avere successo nel turismo basato sulla natura. Se mancano queste risorse tutto diventa più difficile, cosa molto significativa se si pensa che molti dei programmi e delle iniziative cinesi sono volte a risollevare la gente dalla povertà. Spesso anche la diffusa corruzione presente a livello di politica locale non aiuta.
“Le politiche non hanno ancora raggiunto il loro pieno potenziale,” ha detto Wei Liu. “ Ma ora noi abbiamo i dati per dimostrare cosa sta accadendo.” Un pezzo interessante della ricerca è stato proprio scoprire che la gente che è impegnata nel turismo e che vive in quei luoghi è notevolmente più propensa a voler conoscere i compromessi che esistono tra lo sviluppo del turismo naturale e la conservazione. Wei Liu ha affermato che queste persone hanno compreso che il turismo aumenta il rumore, il traffico e disturba la vita naturale del posto. Per questo, vogliono agire in modo che questo non accada.
“Le persone del luogo che operano nel turismo sanno bene in quali punti incontaminati i turisti si dirigono e cosa vi portano,” ha detto Wei Liu. Lo studioso ha sottolineato anche che questa ricerca può aiutare la Cina – e altri paesi del mondo – a futuri passi nella politica, in modo che si possano bilanciare il turismo con la gestione corretta dell’habitat naturale. L’area in questione sta lavorando duramente per ricostruirsi dopo un grave terremoto, così come altre aree cinesi spesso messe a dura prova da disastri naturali. Lo studio condotto, come Wei Liu e i colleghi ammettono, può tracciare il sentiero per nuove opportunità e vie da seguire, strade che siano in grado di accrescere le politiche turistiche in senso rispettoso per l’ambiente e coinvolgendo tutta la popolazione.