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L’Alba del pensiero, puntate settimanali tra filosofia e natura – puntata 1

Scritto da Alba Fecchio il 08.10.2010

Alba della filosofia - rubrica settimanale di filosofia e natura

Parlare di filosofia in una rivista dedicata principalmente all’ambiente.

Scelta quanto mai stravagante penserete voi, cari lettori.

La realtà dei fatti però, come cercheremo di spiegare in una serie di articoli, non è così.

“La filosofia, nasce dalla meraviglia” sostiene il buon vecchio Aristotele. Ma di cosa il filosofo – e quindi l’uomo – si meraviglia fin dalle origini? Del mondo, pare ovvio.

Mondo inteso come tutto ciò che ci circonda, realtà in cui noi, nella qualità di esseri viventi, siamo proiettati.

Ecco il tema della Natura.

Occorre in primis aprire una piccola parentesi. I filosofi classici si occupavano di astronomia, naturalismo, fisica e matematica. Il loro sapere era onnicomprensivo, scevro di ogni barriera disciplinare. Il fine ultimo era giungere alla verità, quella con la V maiuscola.

La via prediletta era dunque lo studio approfondito della Natura, in tutte le sue accezioni.

I primi filosofi della tradizione occidentale, attestati da pochi frammenti, trovavano negli elementi naturali la spiegazione delle origini del mondo. Si apre così il “problema” che, in gergo tecnico, viene chiamato ontologico. Parlare di ontologia è parlare di ciò che sta alla base del mondo, delle nostre vite, dell’universo.

Trovare l’arké è il problema che sarà di tutti i presocratici e non solo. Individuare, cioè, il principio Unico, la sostanza, la materia, le leggi che determinano le plurime esistenze e il movimento di ogni singola cosa.

Talete, colui che è considerato il primo filosofo della tradizione occidentale, indica l’acqua come elemento originario. Se ci pensate bene, non è poi così distante dalle moderne teorie biologiche che ritengono essere l’acqua “culla” dei microrganismi. Dall’acqua noi veniamo nascendo, l’acqua ci è necessaria per vivere e irrigare i campi, ma anche soltanto per restare in buona salute.

Insomma, come non comprendere le motivazioni che stanno dietro l’idea di Talete?

Anassimene parla invece di aria. Grazie ad essa viviamo, respiriamo. Tutti gli altri 3 elementi ( acqua, terra e fuoco) si formerebbero per via di due processi: quello di condensazione e quello di rarefazione, attraverso, per l’appunto, il ruolo primario dell’aria.

Empedocle utilizzerà, per dare una risposta alla domanda riguardo all’origine, tutti e 4 gli elementi. Dall’unione delle cosiddette quattro radici (rizòmata in greco, infatti, significa letteralmente radice o elemento) si determina la vita delle cose, dalla loro separazione, la morte. In realtà saranno morti apparenti, in quanto le radici sono eterne e non possono essere distrutte.

Anassimandro dà invece una spiegazione ontologica ricorrendo non ad un elemento naturale, ma parlando di apéiron.

Apérion può essere tradotto con il termine italiano “infinito”, una sorta di sostrato comune a tutti gli esseri. Aristotele nella Fisica, parlando di Anassimandro, analizza il motivo per cui il presocratico abbia dato questa spiegazione del problema ontologico:“non c’è principio dell’infinito, perché questo rappresenterebbe il suo limite. Inoltre esso è ingenerato e incorruttibile[…]”.

Deduciamo che ciò che dà origine a tutti gli esseri deve perciò essere ingenerato e dunque eterno, incorruttibile e dunque non soggetto a mutamenti totali. Da Anassimandro in poi, come vedremo, è come se l’attenzione dei nostri filosofi si sposti, come sottolineerà poi F. Nietzsche, verso qualcosa che non è immanente alla natura.

Dalla natura, infatti, intesa come culla dell’umanità, come ambiente che ha già in sé tutti i segreti dell’esistenza, si passa ad una ricerca di qualcosa di esterno ad essa, che abbia delle connotazioni trascendentali e che, di conseguenza, trascendano la Natura stessa. Tali principi ad esempio saranno il Bene per Platone, l’Uno per Plotino e Dio per i cristiani.

Ma procediamo con calma. Avremo modo di vedere ogni cosa a suo tempo.

Quello che tenevo ad evidenziare, in questo primo e rudimentale approccio alla madre di tutte le discipline, la Filosofia, è che l’uomo fin dagli albori dei tempi si è sentito legato alla Natura, attraverso un cordone ombelicale indissolubile, tanto da cercare in essa la soluzione alla questione ontologica. Questo “concatenamento” fra uomo e Natura, vedremo come in qualche modo si lacererà nel corso della Storia della Filosofia, portando anche a conseguenze molto forti nella mentalità della società, per poi riemergere con prepotenza nella filosofia e nella letteratura contemporanea. Ma tutto a suo tempo… Alla prossima puntata!

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