Sembra essere passata ormai l’era in cui rompere una relazione significava strappare foto e bruciare lettere d’amore. Le novelle Bridjet Jones non sono ora soltanto più chiamate a rinnovare casa, togliere fotografie e cancellare numeri di telefono.
Oggi restano, in modo molto più pervasivo rispetto al passato, le testimonianze di una relazione via web.
I documenti digitali dell’amato, con la proliferazione dei social media, sono onnipresenti e difficili da eliminare definitivamente: Facebook, Twitter, Tumblir sono solo un esempio.
Il professor Steve Whittaker dell’ Università californiana di Santa Cruz, , esperto in interazione uomo-computer, sostiene che le persone abbiano, il più delle volte senza volerlo, un’enorme collezione digitale di ricordi come foto, video, musica o sms. Questi si trovano non solo su internet, ma anche su più dispositivi come macchinette digitali, tablet, telefonini.
“ C’è stata poca attenzione al ruolo negativo dei beni digitali, nel momento in cui una persona voglia dimenticare qualche aspetto della propria vita”. La pervasività di ricordi,” può creare dei problemi durante una rottura, a maggior ragione perché essi abitano i propri spazi virtuali, rimembrando la propria vita precedente”.
In un’indagine campione di 24 giovani dall’età compresa tra i 19 e i 34 anni, intervistati a tal proposito, emerge con evidenza che possedere o imbattersi, per caso, in reperti digitali legati alla propria ex-relazione induca reazioni forti di malinconia e tristezza , le quali innescano forti strategie di smaltimento.
12 soggetti, tra i 24 presi a campione, hanno preferito cancellare ogni cosa che ricordasse loro il proprio partner, 8 hanno optato per custodire ancora i ricordi del proprio passato così com’erano, e altri 4 invece hanno tenuto la linea di “dissipatore selettivo”, eliminando soltanto le testimonianze affettive troppo dolorose.
Tutte queste ricerche sono state presentate la scorsa settimana a Parigi alla Conferenza internazionale di studio sull’interazione uomo-computer, alla quale hanno partecipato più di 3.300 persone.
Gli innamorati dal cuore spezzato dicono per lo più di voler allontanare quei ricord,i ma di essere poi “ effettivamente molto resistenti all’eliminazione totale delle prove digitali possedute”. Lo smaltimento è reso poi oltremodo difficile dalle vaste collezioni private possedute di beni digitali. “Quando un rapporto naviga in buone acque- dicono gli intervistati- si tende ad avere una ricchissima vita digitale. Il problema è quando qualcosa si incrina…i partner devono attuare una riforma sistematica su più spazi digitali.”
Prendiamo ad esempio Facebook: molte foto possono essere senza Tag, ma non possono essere eliminate, se inviate da un altro utente.
Le strategie adottate sono plurime: da modificare immediatamente il proprio stato sentimentale in “ Single” bloccando l’accesso all’ex partner del proprio profilo, a cancellarlo del tutto dalla cerchia dei propri amici, non solo fisica, ma anche virtuale.
Whittaker e Sas propongono addirittura soluzioni software ad Hoc, che potrebbero aiutare a selezionare, anche nel cyberspazio l’eliminazione- magari temporanea- dei ricordi dolorosi. Un esempio presentato durante la conferenza è quello del riconoscimento automatico facciale nei reperti fotografici e video, che permetterebbe di non far comparire più, finché lo si vuole, alla propria vista, determinate testimonianze di un passato doloroso.
Proprio la mancanza di dispositivi del genere porta spesso l’utente social a smaltire ogni cosa impulsivamente e in un secondo tempo a pentirsene.
La vera novità emersa durante la conferenza è però un programma che viene chiamato dagli ideatori il vaso di Pandora: esso avrebbe il compito di raccogliere automaticamente tutti gli artefatti digitali che testimoniano un rapporto, metterli in un unico luogo per l’eliminazione successiva strategica o per il loro mantenimento. Vi sarebbe la possibilità di nominare un amico GateKeeper, ossia custode di password, di tale scrigno virtuale, che in questo modo sarebbe al sicuro, ma non continuamente visibile. Recuperabile solo volontariamente, quando il passato non sia più così doloroso.
Tali ricerche sono sovvenzionate attualmente da Google.
Resta da comprendere se quell’atto di cancellazione di tutti, o quasi, i reperti di un amore passato, non fosse davvero utile per avere la percezione sì di una rottura avvenuta, ma anche di un nuovo inizio. Reale.