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Multitasking: in famiglia le donne lo fanno più degli uomini, ma non ne sono felici

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 02.12.2011

Secondo uno studio pubblicato sul numero di dicembre della American Sociological Review non solo le mamme sono impegnate più ore nelle atività extra lavorative a casa e in altri ambienti pubblici, ma la loro esperienza di multitasking è più negativa  di quella dei papà.

“Le differenze di genere nel multitasking non sono solo una questione di quantità ma, soprattutto, di qualità,” ha dichiarato Offer Shira, autore principale dello studio e assistente professore presso il Dipartimento di Sociologia e Antropologia alla Bar-Ilan University in Israele. “I nostri risultati forniscono un supporto alla nozione popolare che le donne hanno la capacità di essere multitasking e suggeriscono che l’esperienza emozionale del multitasking è molto diversa per le madri e i padri.”

In termini di quantità, lo studio ha rilevato che le madri che lavorano spendono circa 10 ore alla settimana di più nel multitasking di quanto non facciano i padri che lavorano: 48.3 ore alla settimana per le mamme rispetto al 38,9 dei papà.

“Ciò suggerisce che le madri lavoratrici stanno facendo due attività contemporaneamente per più dei due quinti del tempo in cui sono sveglie, mentre i padri che lavorano fanno multitasking per più di un terzo delle loro ore di veglia”, ha detto Barbara Schneider della Michigan State University.

Ma gli autori hanno detto che c’è un problema ancora più grande oltra alla discrepanza di tempo, che è la differenza nel modo in cui il multitasking influisce sulle madri e sui padri. “C’è una notevole disparità nella qualità dell’esperienza di lavoro di multitasking per le mamme e i papà,” hanno spiegato. “Per le madri, il multitasking è, nel complesso, un’esperienza negativa, mentre non lo è per i padri. Le madri infatti segnalano solo le emozioni negative: il fatto che ci si sente stressati e in conflitto quando si deve operare il multitasking a casa e in ambienti pubblici. Per contro, il multitasking in questi contesti è un’esperienza positiva per i padri. ”

La ricerca di Offer and Schneider si basa su dati che si riferiscono a 500 famiglie che vivono in otto comunità urbane e suburbane degli Stati Uniti. La maggior parte dei genitori hanno un’istruzione alta, sono impiegati in occupazioni professionali, e lavorano, in media, più a lungo di quanto non facciano le famiglie della classe media in altri campioni rappresentativi a livello nazionale. Anche se le 500 famiglie non sono un campione rappresentativo delle famiglie negli Stati Uniti, riflettono uno dei segmenti più sotto pressione della popolazione. Lo studio in questione utilizza un sottocampione di 368 madri e 241 padri a doppio reddito fra tutte le famiglie.

Secondo i ricercatori, il loro studio mostra che almeno alcune delle differenze dell’influenza che il multitasking ha sulle madri e sui padri è legato al tipo di attività che svolgono.

“Quando il multitasking è a casa, per esempio, le madri hanno più probabilità rispetto ai padri di impegnarsi in attività di lavori domestici o nella cura dei figli, che di solito rappresentano sforzi intensi,” ha affermato Offer. “I padri, al contrario, tendono a impegnarsi in altri tipi di attività quando il multitasking è a casa, come ad esempio parlare con una terza persona o impegnarsi nella cura personale. Si tratta di esperienze meno onerose”.

Lo studio ha rilevato che tra le madri che lavorano, il 52,7 per cento di tutti gli episodi di multitasking a casa coinvolgono lavori di casa, rispetto al 42,2 per cento dei padri che lavorano. Inoltre, il 35,5 per cento di tutti gli episodi di multitasking a casa coinvolge l’assistenza all’infanzia per le madri rispetto al 27,9 per i padri.

Gli autori credono anche che il multitasking, soprattutto a casa e in pubblico sia un’esperienza più negativa per le lavoratrici madri che per i padri in quanto le attività delle madri sono più soggette a controlli esterni.

“A casa e in pubblico si svolgono la maggior parte delle attività familiari e dell’infanzia e le attività delle madri in questi ambienti sono ben visibili agli altri,” ha detto Schneider . “Pertanto, la loro capacità di svolgere il loro ruolo di madri bene può essere facilmente giudicata e criticata quando il multitasking si svolge in questi contesti, il che rende l’esperienza più stressante e negativa per loro che per i padri.”

I padri che lavorano in genere non subiscono questo tipo di pressioni, hanno detto gli autori. “Anche se ci si aspetta che siano coinvolti nella vita dei propri figli e che facciano le faccende domestiche, i padri sono ancora considerati come coloro che pensano al sostentamento della famiglia,” ha detto Offer. Per questo i padri subiscono meno la pressione del giudizio quando si occupano di attività diverse da quelle lavorative.

Allora, che cosa si può fare per migliorare la situazione delle madri? E’ piuttosto semplice: i padri devono intensificare le loro attività.

“La chiave per il benessere emotivo delle mamme si trova nel comportamento dei padri”, ha detto Offer. “Penso che, al fine di ridurre le ore di multitasking delle madri e di rendere la loro esperienza meno negativa, i padri dovrebbero partecipare in maniera più sostenuta ai lavori domestici e alla cura dei figli.”

I responsabili politici e i datori di lavoro possono contribuire a facilitare questo, hanno detto gli autori. “I politici e i datori di lavoro dovrebbero pensare a come modificare le abitudini sul posto di lavoro, che costituiscono un serio ostacolo quando si tratta di ottenere un coinvolgimento maggiore dei padri nelle loro famiglie” ha detto Offer.

“Per esempio, penso che i padri dovrebbero avere maggiori opportunità di lasciare il lavoro in anticipo o di cominciare a lavorare tardi, in modo che possano partecipare alla routine della famiglia, prendere tempo per gli eventi di famiglia, e limitare la quantità di lavoro che portano a casa, in modo da poter prestare attenzione ai loro figli e al coniuge durante le ore serali e nei fine settimana. L’obiettivo è quello di avviare un processo che cambierà preferenze personali e priorità e alla fine portarà a norme più egualitarie per quanto riguarda i ruoli genitoriali di madri e padri. “

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