New Delhi, è occupata da tre giorni da una folla di manifestanti che protesta contro il governo e contro le forze dell’ordine che non farebbero abbastanza per prevenire e punire gli abusi sessuali.
I reati sessuali contro le donne in India costituiscono un problema strutturale. La capitale conta il numero più alto di crimini, la media è inverosimile: uno stupro ogni 18 ore, secondo i dati della polizia, che si difende spiegando che è difficile intervenire prima che questi tragici atti vengano compiuti perché spesso la violenza è perpetrata proprio all’interno delle mura domestiche. Padri, zii, vicini di casa, sono spesso gli orchi che commettono violenza contro le donne indifese che vivono sotto lo stesso tetto.
Nella capitale dal 1990 al 2008 le aggressioni sessuali sarebbero raddoppiate. Le motivazioni sono individuabili nella frustrazione sessuale alla quale sono costretti i ragazzi bombardati dalla pornografia e dalle immagini di sesso del cinema di Bollywood, che non trovano riscontro nella realtà quotidiana in cui il sesso prematrimoniale è ancora un tabù. A questo si aggiunge la differenza di numero fra donne e uomini, dovuta alle politiche di aborti selettivi, praticati soprattutto nel nord del paese.
Altri studi fanno riferimento all’emancipazione che stanno vivendo le donne indiane nelle aree urbane. Il giornale indiano Tehelka spiega che l’urbanizzazione e l’indebolimento dei valori tradizionali hanno un ruolo importante nell’aumento della violenza contro le donne. Difatti le metropoli come New Delhi e Bombay, divenuti centri commerciali ed economici attirano milioni di immigrati provenienti da ambienti sociali assai differenti. A questo bisogna aggiungere che gli immigrati provenienti dalle zone rurali non sono abituati a rapportarsi con donne emancipate. Per questo la ricercatrice Martine van Woerkens afferma che “l’aumento delle donne che circolano liberamente vestendosi all’occidentale può effettivamente scioccare gli uomini rurali”. Questo perché gli immigrati provengono da luoghi in cui i codici tradizionali che considerano la donna come essere sottomesso sono ancora fortemente presenti.
La popolazione indiana è però ormai stanca e non vuole più tollerare e vivere in una società violenta. Dallo stupro della studentessa 23enne che non è sopravvissuta alla ferocia dei suoi aggressori, sono state organizzate molteplici manifestazioni contro la violenza sulle donne. Oggi la gente ha deciso di scendere nuovamente in piazza a seguito dell’orribile stupro di una bambina di soli 5 anni, che è stata violentata, seviziata e tenuta chiusa in una stanza per oltre 48 ore. A salvarla è stata la sua vocina implorante aiuto. La piccina è stata rapita dalla propria abitazione proprio da un vicino di casa. Il mostro è stato bloccato dalla polizia nel weekend e oggi sarebbe stato catturato anche il complice. La bambina invece resta ricoverata in ospedale, dove i medici le stanno curando le ferite … perlomeno quelle fisiche, poiché per quelle psicologiche sarà molto più difficile.
“L’assalto raccapricciante su di una bambina ci impone di lavorare insieme per sradicare questo tipo di depravazione della nostra società”, ha dichiarato domenica il primo ministro Singh. Ma le sue parole non sono sufficienti e non bastano ad una folla inferocita che accusa il proprio stato di essere negligente, ma soprattutto complice di questi orrori. La famiglia della vittima ha infatti denunciato le forze di polizia, poiché oltre a non avere accolto la loro denuncia di scomparsa avrebbero successivamente cercato di comprare il loro silenzio.
Il capo della di New Delhi, Neeraj Kumar, ha prontamente dichiarato di avere intrapreso delle indagini, aggiungendo che i poliziotti colpevoli saranno oggetto di punizioni esemplari. Parole che non rassicurano la popolazione indiana, stanca degli orrori che giornalmente vengono perpetrati su donne e bambini. La rabbia dei manifestanti è stata quindi diretta proprio contro la polizia. Un gruppo di donne ha invece cercato di raggiungere la casa di Sonia Gandhi, presidentessa del Congresso, mentre un altro gruppo è stato bloccato nel tentativo di raggiungere l’abitazione del primo ministro.