Pene e sanzioni più severe per i datori di lavoro che sfruttano la debolezza giuridica degli immigrati, impiegandoli in nero. Ecco in breve cosa prevede il decreto legislativo che il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri in via definitiva.
Il decreto, approvato su proposta del Ministro per gli Affari europei e del Ministro del Lavoro, recepisce la normativa comunitaria in materia, ovvero la direttiva europea n 53 del 2009, sulle “norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare”.
In particolare il provvedimento inasprisce le sanzioni già previste per chi assume lavoratori in nero. Inoltre, le pene sono maggiori se i lavoratori irregolari occupati sono più di tre, se sono minori e se sono sottoposti a condizioni lavorative di particolare sfruttamento. Un ulteriore punto positivo riguarda la concessione del permesso di soggiorno, per 6 mesi rinnovabili fino a 12, agli immigrati impiegati irregolarmente che denunciano il proprio datore di lavoro.
Attenendosi a quanto auspicato dal ministro per la cooperazione Andrea Riccardi, il nuovo decreto prevede una breve fase transitoria che permette alle imprese di autodenunciarsi e di adeguarsi alle nuove direttive, senza incorrere nelle sanzioni previste. Dunque al datore di lavoro è concesso un “ravvedimento operoso”, previo pagamento di una somma, che sembra aggirarsi intorno ai 1000 euro. Proprio su questo ultimo punto stanno lavorando in questi giorni i tecnici dei ministeri interessati, Enzo Moavero Milanesi, ministro per gli affari europei e Elsa Fornero, ministra del lavoro.
La senatrice del PD Colomba Mongiello, componente della commissione agricoltura, ha commentato con entusiasmo il nuovo decreto: “La decisione del consiglio dei ministri di combattere con fermezza il fenomeno del caporalato è un passo di grande importanza e civiltà per i diritti dei lavoratori, degli immigrati e degli imprenditori onesti”. Aggiungendo: “E’ una battaglia che il PD ha avanzato da tempo in Parlamento”. Anche la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, ha espresso il suo compiacimento, affermando: “è una delle pochissime notizie positive di questo periodo”.