A tre giorni dall’approvazione della Risoluzione ONU 1973 emergono i primi contrasti fra gli alleati: la Francia e l’Italia si scontrano sul piano diplomatico. Una è impegnata sul fronte, la seconda non è ancora intervenuta direttamente (a detta del Presidente del Consiglio), ma a messo a disposizione sette basi militari e alcuni Tornado per “ricognizione”.
La disputa fra le due riguarda il comando delle operazioni. Fino ad oggi Francia, Gran Bretagnae Stati Uniti hanno guidano le operazioni, ma le preoccupazioni per una gestione congiunta delleazioni si fanno sempre più forti. L’Italia chiede espressamente che il controllo delle operazionisia assunto quanto prima dalla NATO e minaccia di riprendere il controllo delle sette basi militarimesse a disposizione. “Se la NATO non assumerà a breve il coordinamento delle operazionimilitari, dovremo studiare un modo perché l’Italia assuma la responsabilità del controllo delleproprie basi”, ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini in una nota diffusa dallaFarnesina. Nella nota si precisa che il ministro Frattini ha dichiarato che l’Italia auspica vivamenteche il comando e il controllo per la conduzione di tali operazioni possano essere assunti quantoprima dalla NATO, in quanto istituzione dotata di comprovata capacità ed esperienza per gestire talioperazioni in un contesto di pieno consenso e coordinamento multilaterale.
D’accordo con l’Italia anche la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, il Belgio e la Svezia, ma la Franciasembra convinta ad andare avanti per la sua strada. Alle richieste italiane la Francia ha replicatocon il generale francese Philippe Ponthies affermando che “la Francia sta applicando pienamentee unicamente la risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, che corrisponde anche alla visione delladiplomazia italiana”. Il generale ha proseguito affermando: “Siamo in un’operazione volutadalle Nazioni Unite, portata avanti da una coalizione ad hoc, e alla quale la NATO potrebbeeventualmente portare il suo sostegno”.La Spagna ha dato manforte alla la Francia con le dichiarazioni del ministro degli esteri Trinidad Jimenez: “Per il momento, tenendo conto che c’è già una coalizione internazionale formata nonsolo da paesi europei e membri della NATO, ma anche da paesi arabi, sembra che il sentimentoprevalente è che la coalizione continui”.La disputa ha già provocato i primi danni. La Norvegia ha annunciato ieri la sospensione dellasua partecipazione alle operazioni militari in Libia fintantoché non sarà chiarita la questione del comando.
A fra da paciere è intervenuto il presidente Barack Obama affermando: “La NATO verràcoinvolta nel coordinamento delle future operazione in Libia, ma al momento opportuno”. Edha continuato: “lascerò al capo di Stato maggiore delle Forze Armate Mike Mullen decidere idettagli.” Inoltre ha poi precisato: “Voglio sottolineare il fatto che sarà una questione di giorni,non di settimane”. Gli Stati Uniti hanno anche annunciato l’intenzione di ridurre presto la loropartecipazione: “saremo un partner tra i tanti”, ha detto il presidente. Già l’altro ieri gli USAavevano chiarito l’intenzione di cedere in tempi rapidi la leadership delle operazioni, ma il capo delPentagono Robert Gates aveva ipotizzato un comando franco-britannico.
Anche la Gran Bretagna ha però preso le distanze dalle rigide posizioni francesi: “Col tempovogliamo che il comando e il controllo dell’operazione passi alla NATO”, ha detto parlandoai Comuni il premier David Cameron. Cameron non ha però indicato la tabella di marcia delpassaggio di consegne. Inoltre a sostegno della richiesta italiana si è espresso apertamente ilministro degli esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn: “Il solo modo di impegnarsi per un paesecome il Lussemburgo, come del resto per molti altri, è nell’ambito di una cornice della NATO” hamotivato. “Bisogna decidere chi fa cosa in quanto questo gioco tra la coalizione e la Nato fa delmale alla comunità internazionale”, ha infine spiegato il ministro.