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Sbarchi, si stimano cento morti negli ultimi 7 giorni

Scritto da Chiara Pane il 08.08.2011

Migranti a LampedusaTragico il bilancio della settimana appena trascorsa. Più di mille gli immigrati partiti dalle coste africane e giunti a Lampedusa negli ultimi 7 giorni, circa 100 sarebbero i morti.

I “primi” cadaveri sono arrivati lunedì nell’isola siciliana, si tratta di 25 persone morte per asfissia dopo essere rimaste chiuse nella piccola stiva della carretta del mare entrata in avaria ad un miglio da Lampedusa. Arrestasti negli scorsi giorni, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte conseguente ad altro reato, i sei presunti scafisti che hanno condotto a Lampedusa il “barcone della morte”, come è stato macabramente nominato. Raccapriccianti i racconti dei 271 sopravvissuti, secondo cui due dei sei arrestati avrebbero picchiato, anche a colpi di bastone sul cranio, due migranti che avevano tentato di risalire dalla stiva – dove mancava l’ossigeno – sul ponte. Secondo le ricostruzioni fatte dagli investigatori, le bastonate avrebbero causato la morte dei due profughi. Per i due scafisti è quindi scattata anche l’accusa di omicidio volontario. Inoltre sempre secondo quanto hanno riferito gli extracomunitari giunti sull’isola, durante quella drammatica traversata, un profugo che era riuscito ad uscire dalla stiva, era stato gettato in mare.

Martedì e mercoledì sono giunte altre 2 imbarcazioni con abbordo rispettivamente 330 e 304 profughi, fra cui molte donne e bambini. Giovedì un’altra tragedia si è unita a quella di lunedì. Un barcone partito dalla Libia è rimasto per giorni alla deriva a causa di un guasto ai motori. Secondo i racconti di alcune donne sopravvissute e portate in salvo da 3 imbarcazioni e un elicottero della guardia costiera, sarebbero circa 100 i morti gettati in mare. Quest’ultima tragedia è alla base di un’infuocata polemica fra il governo italiano e la Nato, che non avrebbe soccorso l’imbarcazione. Una nave della Nato si trovava a 27 miglia dalla barca ed era stata sollecitata ad entrare in azione dalle autorità italiane.

Da Bruxelles è la portavoce della Nato, Carmen Romero, a rispondere alla richiesta di chiarimenti partita ufficialmente dalla Farnesina: “è vero che l’Italia ci ha informato dell’ SOS lanciato dal barcone degli immigranti nelle acque libiche, ma ci ha anche comunicato di aver risposto alla richiesta di aiuto inviando in soccorso 3 navi e un elicottero”. Frattini ha, inoltre, incaricato formalmente l’ambasciatore Riccardo Sessa, rappresentante permanente alla Nato, di sollecitare l’apertura di un’inchiesta sull’episodio e ha richiesto anche un adeguamento del mandato della missione in Libia, basata sulle risoluzioni 1970 e 1973 per la tutela delle popolazioni civili contemplando esplicitamente nel mandato anche chi rischia la vita fuggendo in mare.

Lo sbarco di immigrati a Lampedusa non si è arrestato nel fine settimana. Nella mattinata di sabato 6 agosto, sono stati complessivamente 434 quelli arrivati nell’isola, dopo le operazioni di soccorso che hanno coinvolto unità ed elicotteri della Marina militare, della Guardia costiera e della Guardia di finanza.

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