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Siria, la situazione precipita

Mercoledì a Marrakech si è tenuto il quarto incontro dei paesi “Amici della Siria”, il fronte anti regime formato da Paesi arabi e occidentali ostili a Bashar al-Assad, durante il quale la Coalizione dell’Opposizione Siriana è stata riconosciuta come ufficiale rappresentante del popolo siriano

Scritto da Chiara Pane il 14.12.2012

Siria, la situazione sta precipitando. I ribelli lamentano l’uso di missili Scud da parte delle forze governative, un’escalation che è sintomo di disperazione del regime, secondo l’opinione internazionale, che ha riconosciuto la Coalizione dell’Opposizione Siriana (SOC nell’acronimo inglese) come legittima rappresentante del popolo siriano. Intanto, la Russia si preoccupa pubblicamente per le sorti dell’alleato Assad.

Bashar Al Assad

Photo: Bertil Videt, gennaio 2006. Fonte Wikipedia

Mercoledì a Marrakech si è tenuto il quarto incontro dei paesi “Amici della Siria”, il fronte anti regime formato da Paesi arabi e occidentali ostili a Bashar al-Assad, durante il quale la Coalizione dell’Opposizione Siriana è stata riconosciuta come ufficiale rappresentante del popolo siriano. Il SOC è stato creato il mese scorso a Doha (Qatar) e raggruppa sotto un’unica bandiera tutte le fazioni dell’opposizione siriana. A dirigere il riconoscimento internazionale del SOC la dichiarazione del presidente statunitense Barak Obama: “Abbiamo deciso che la Coalizione dell’Opposizione Siriana è ora sufficientemente inclusiva e rappresentativa del popolo siriano che si batte contro il regime di Assad”.

Anche la nostra nazione, rappresentata dall’inviato speciale del ministro degli esteri Giulio Terzi per il Mediterraneo e Medio Oriente, Maurizio Massari, ha confermato il riconoscimento del SOC come unico rappresentante del popolo siriano. Lo ha reso noto la Farnesina, che annuncia che sarà l’Italia ad ospitare la quinta riunione degli Amici della Siria, in calendario per il primo trimestre del prossimo anno.

Dal canto suo il SOC, guidato da Ahmed Moaz Al-Khatib, forte del riconoscimento internazionale ha chiesto ai partecipanti della conferenza di Marrakech l’esclusiva: l’auspicio sarebbe quello di indirizzare tutti gli aiuti umanitari e finanziari destinati alla Siria direttamente al SOC.

A criticare il riconoscimento internazionale della Coalizione dell’opposizione siriana ci ha pensato la Russia, fedele alleata del regime siriano, per cui la decisione di riconoscere il SOC a livello internazionale allontana sempre più una “soluzione politica”. Giovedì il vice ministro degli esteri russo Mikhail Bogdanov ha ribadito la posizione del suo Paese, che preme per una soluzione negoziata del conflitto, condannando la fornitura di armi dall’estero e il crescente riconoscimento internazionale del SOC. Il rappresentante russo non cela nemmeno la preoccupazione crescente di una vittoria dell’opposizione, spiegando: “Dobbiamo affrontare i fatti, la tendenza è che il regime siriano e il governo stanno perdendo il controllo del Paese”, aggiungendo “Purtroppo, l’opposizione potrebbe prevalere”.

Le dichiarazioni del vice ministro russo hanno immediatamente fatto il giro del mondo, e un portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov è intervenuto per precisare che le parole del collega non segnano un cambiamento della posizione della Russia nei confronti della Siria, ma riflettono unicamente il deterioramento della situazione. Peskov ha inoltre commentato: “Non siamo fan del regime di Assad e ci rendiamo conto che difficilmente potrà sopravvivere, ma è una decisione che spetta al popolo siriano”. La Russia smentisce anche di avere una qualche influenza sulle decisioni di Assad, come spererebbero i ribelli siriani, ai cui occhi Mosca appare come uno dei maggiori alleati del regime, avendo fornito non solo sostegno politico, ma anche finanziario e militare.

Anche il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha sentenziato la fine del regime siriano, definendolo al collasso e criticando fortemente l’uso dei missili all’interno del territorio. Da alcuni giorni, difatti, Stati Uniti e Nato denunciano il regime siriano per l’utilizzo di missili balistici a corto raggio contro basi militari nel nord del Paese cadute nelle mani dei ribelli. Fonti Ansa riferiscono che i missili vengono lanciati da una base a nord di Damasco, in particolare contro la base di Shaykh Sleiman, conquistata dai gruppi jihadisti. Il governo siriano, però, smentisce le accuse, servendosi della tv di stato per inviare i propri messaggi.

Oggi un comunicato stampa Ansa riporta inoltre l’avvenuta firma da parte del segretario alla difesa USA, Leon Panetta, per il dispiegamento di due batterie Patriot per la difesa antimissile e antiaerea in Turchia, al confine con la Siria. Il dispiegamento avverrà entro la fine di gennaio e pare che gli USA invieranno nel complesso 400 soldati. Altre quattro batterie Patriot verranno dispiegate da Germania e Olanda.

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