Siria, nuove repressioni da parte dell’esercito. Bilancio a 2.200 morti

Siria, ferito viene portato via dai compagni durante l'attacco ad Hama del 31 luglio 2011

Continua la repressione in Siria. Secondo un lancio di VOA, attivisti per i diritti umani hanno detto che le forze di sicurezza governative hanno ucciso sei persone nel tentativo di soffocare le rivolte in molte aree del paese che chiedono che il presidente Assad lasci il potere.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani lunedì ha detto che gli episodi peggiori di sarebbero avvenuti a Sarameen, nella provincia settentrionale di Idlib. Il gruppo ha detto che le forze di sicurezza hanno ucciso cinque persone, ferendone almeno altre 60, avendo aperto il fuoco durante operazioni di arresto.

Le forze di sicurezza hanno ucciso un’altra persona durante un raid a Qara, un sobborgo della capitale Damasco. Gruppi per i diritti umani riportato che raid simili sono avvenuti nel villaggio di Heet, vicino al confine con il Libano.

Hanno anche detto che le truppe hanno circondato la città siriana di Rastan, dove erano scoppiate diverse proteste contro il presidente Bashar al-Assad nel corso la rivolta che ormai dura da 5 mesi. Rastan è di circa 20 chilometri a nord di Homs su una strada che collega la città di Hama, un altro punto caldo delle rivolte.

Le operazioni avvengono il giorno dopo che la Siria ha respinto una dichiarazione della Lega Araba che chiedeva di porre fine alla violenza che ha scosso il paese. I 22 membri dell’organizzazione araba – di cui la Siria è membro – domenica ha esortato il governo a fermare lo spargimento di sangue “prima che sia troppo tardi”.
Le Nazioni Unite dicono che più di 2.200 persone sono state uccise da marzo, quando i manifestanti hanno cominciato a chiedere le riforme e la fine degli 11 anni di governo autocratico di Assad.

Il governo siriano ha detto che la causa delle violenze sono “bande armate e terroristi” sostenuti da cospiratori stranieri.