Il Rapporto della Comissione di inchiesta dell’ONU parla chiaro: in Siria si sono commessi gravi crimini di guerra, sia da parte del regime che da parte dei ribelli ai quali però sono attribuite responsabilità meno gravi.
“Commessi omicidi, torture e gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale” secondo il rapporto del’ONU.
“La Commissione – si legge nel Rapporto – ha trovato fondati motivi per ritenere che le forze governative e gli Shabiha abbiano commesso omicidi, torture e gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, tra cui delitti illegali, arresti, detenzioni arbitrarie, violenze sessuali, attacchi indiscriminati, saccheggi e distruzione di proprietà”.
Contemporaneamente anche l’OCI si è schierata sospendo il paese dala carica di membro. Solo il presidente dell’Iran Mahmoud Ahmadinejad si è schierato in maniera contraria.
L’annuncio è stato dato oggi a La Mecca, in Arabia Saudita, dove si è svolta una riunione dei Paesi membri. I partecipanti hanno condannato la repressione violenta della rivolta siriana messa in atto dal presidente Bashar al-Assad.
“La conferenza decide di sospendere l’adesione della Repubblica araba della Siria dall’Oci e da tutti i suoi organi sussidari, le istituzioni specializzate e affiliate”, si legge nel comunicato di chiusura del vertice.
L’Arabia Saudita ha avuto un ruolo forte nell’isolamento diplomatico della Siria e ha anche pubblicamente appoggiato in diverse occasioni le azioni dei ribelli.
Essendo tutti i 57 paesi partecipanti al vertici concordi sulla “necessità di interrompere immediatamente gli atti di violenza in Siria e di sospendere il Paese dall’Oci” il provvedimento dell’isolamento suona ora come un segno forte nei confronti di Damasco.
I membri dell’Organizzazione della cooperazione islamica hanno escluso l’ipotesi di un intervento armato esterno per mettere fine alla crisi in corso nel Paese. Lo riferisce il segretario generale dell’Oci, Ekmeleddin Ihsanoglu.
L’ex premier del paese ha invece dichiarato: “Il regime è al collasso, ormai controlla solo il 30% del Paese”
Gli Stati Uniti hanno subito lodato l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica per la sospensione dei rapporti diplomatici con il paese.
Il portavoce del Dipartimento di Stato Victoria Nuland ha detto che la decisione dell’OIC invia un “messaggio forte” al governo e al presidente siriano Bashar al-Assad e mostra il suo crescente isolamento internazionale.
Intanto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha in programma di tenere una sessione per discutere della situazione in Siria. Il mandato per la missione di osservazione delle Nazioni Unite nel paese scade domenica.
Il capo della missione umanitaria delle Nazioni Unite Valerie Amos ha detto ai giornalisti a Damasco che ben 2,5 milioni siriani hanno bisogno di assistenza a causa delle violenze.
Inoltre giovedi, lo statunitense Human Rights Watch, ha detto che un bombardamento nella città di confine settentrionale di Azaz di un aereo militare siriano ha ucciso più di 40 civili e ne ha feriti oltre 100.
Il gruppo ha visitato il sito il giorno dopo l’attentato, e ha potuto testimoniare un intero isolato è stato livellato.
Un corrispondente di VOA, Scott Bobb era ad Azaz e stava intervistando un comandante locale dei ribelli, quando una bomba sganciata da un MiG siriano ha colpito a circa tre isolati di distanza.
“Ha fatto saltare le finestre in ufficio durante l’intervista, e tutti sono stati evacuati”, ha detto Bobb. “Pochi minuti dopo, lo stesso MiG stesso ha fatto un secondo passaggio e scanciato un’altra bomba.”
Nel frattempo, l’inviato siriano Bouthaina Shaaban ha elogiato la Cina e la Russia per la loro risposta alla crisi in Siria, affermando che, a differenza dell’Occidente, i paesi non stanno agendo come “colonizzatori”.
Cina e Russia hanno posto il veto su tre risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che minacciano la Siria con sanzioni per l’uso di armi pesanti contro i civili.
FONTE: VOA, ADNKRONOS