Ginevra – Secondo l’OMS, dopo alcuni segnali preoccupanti come la diffusione di diarrea nei campi profughi, è sempre più probabile un’epidemia di colera in Somalia, paese in cui è in corso una siccità che ha causato una grave crisi alimentare.
L’esodo dei contadini dalle campagne ormai completamente desertiche verso la capitale Mogadiscio o i campi profughi al confine col Kenya continua, aumentando il rischio di epidemie.
Il colera è un’infezione intestinale spesso docuta all’uso di acqua contaminata e causa forti attacchi di diarrea e di vomito, che in condizioni come quelle in cui si trova oggi la popolazione aumenta il rischio di morte per disidratazione, soprattutto nei bambini.
Parlando da Ginevra, Yao ha detto ai giornalisti che oltre 181 bambini sotto i cinque anni sono morti quest’anno nel solo ospedale Banadir di Mogadiscio.
I funzionari dicono che quest’anno finora l’organizzazione ha registrato quasi 4.300 casi di diarrea acuta, un numero fino a tre volte superiore ad un anno fa, potendo dichiarare che si tratta di un’epidemia di colera in corso.
Le Nazioni Unite stimano che 100 mila somali siano fuggiti verso Mogadiscio negli ultimi mesi, soprattutto dalle zone del sud, gravemente colpite dalle carestie, raggiungendo le altre 370 mila già attivate in precedenza. Altre 440 mila persone sono fuggite in Kenya per trovare una via di fuga a morte sicura.
La maggior parte delle zone in cui è in corso la carestia sono controllate da militanti di al-Shabab, un’organizzazione legata ad al-Qaeda, che ha vietato alla maggior parte dei gruppi umanitari stranieri di prestare soccorso alla popolazione.
Le Nazioni Unite stimano che oltre 12 milioni di persone nelle aree colpite dalla siccità nel Corno d’Africa hanno bisogno di aiuti immediati.
La regione sta vivendo la peggiore siccità in più di sessant’anni.