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Scienziati: educazione conta quanto la genetica nel ‘saper aspettare’

Un nuovo studio dimostra che la capacità di differire la gratificazione è influenzata dall'ambiente quanto da una innata capacità di autocontrollo

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 12.10.2012

Negli ultimi quattro decenni, il “test del marshmallow” (una caramella morbida di zucchero)  è stato utilizzato come una classica misura per capire il grdo di autocontrollo dei bambini:  in questo test psicologico viene studiata  la capacità dei più piccoli di ritardare il piacere. Ai bambini sono individualmente offerti dei dolcetti.  Mangiarne uno immediatamente o aspettare 15 minuti ed essere ricompensati con due marshmallows? Possibile resistere alla tentazione di un morbido dolcetto colorato?

Alla fine degli anni ’60, i ricercatori hanno condotto centinaia di test testando così la forza di volontà dei bambini. Una prova davvero dura. Alcuni si coprivano gli occhi o voltavano lo sguardo per non incappare nell’allettante nuvoletta di zucchero, altri battevano i piedi sul pavimento o addirittura si strappavano i capelli per distogliere l’attenzione e non pensare alla tentazione… chi cantava e addirittura pregava rivolto al muro! In una efficace quanto drammatica tecnica di auto-distrazione, dopo aver ovviamente provato molta agitazione, la maggior parte dei bambini è stoicamente riuscita a resistere.

Test del marshmallow. Foto by J. Adam Fenster / University of Rochester

Test del marshmallow. Foto by J. Adam Fenster / University of Rochester

Gli sviluppi successivi dimostrarono la correlazione  tra la capacità di saper ritardare il piacere da parte dei piccoli (in questo caso attendere i lunghissimi 15 minuti per avere il premio piuttosto che avventarsi immediatamente sul dolcetto e divorarlo in meno di un minuto) e la minor probabilità di sviluppare problemi da adolescenti,  a livello comportamentale, di dipendenza da droghe  o di obesità.

Un nuovo studio dimostra che la capacità di differire la gratificazione è influenzata dall’ambiente quanto da una innata capacità di autocontrollo.  I risultati dello studio, condotto presso l’Università di Rochester, sono disponibili  online sulla rivista Cognition. “Essere in grado di ritardare la gratificazione non solo riflette la capacità di autocontrollo di un bambino, ma anche la sua opinione circa la concreta fattibilità  – e convenienza – dell’attesa”. Ritardare la gratificazione si impone semplicemente come una scelta razionale per il bambino.

I risultati forniscono un importante richiamo sulla complessità del comportamento umano, aggiunge il coautore dello studio William R. Kenan: “Sappiamo che in una certa misura, il temperamento è chiaramente ereditato, perché i bambini si differenziano per i loro comportamenti dalla nascita. Ma questo esperimento è una prova evidente che l’azione dei bambini piccoli si basa su decisioni razionali rispetto all’ambiente che li circonda.”

Qualità come il self-control o l’intelligenza emotiva, in generale, messe in luce dal “test del marshmallow”,  possono rivelarsi più importanti rispetto a valutazioni basate su misure più tradizionali, come  il test del QI,  per  individuare le probabilità il successo nella vita adulta

Il team di Rochester ha voluto esplorare più in particolare perché alcuni bambini in età prescolare sono in grado di resistere al marshmallow, mentre altri soccombono  e cominciano a leccare, rosicchiare, e, infine, a divorare il succulente zuccherino.  L’effetto della manipolazione dell’ambiente, concludono gli autori, dimostra chiaramente che i tempi di attesa dei bambini riflettono un processo decisionale razionale circa la probabilità di ricompensa. I risultati sono coerenti con altre ricerche che dimostrano che i bambini sono sensibili alla incertezza delle ricompense future, così come con studi di popolazione che  mostrano che i bambini con padri assenti preferiscono i premi immediati rispetto a quelli più grandi, ma procrastinati nel tempo.

 Quindi vuol dire che se i piccoli mangiano senza attendere, come è tipico dei piccoli in età prescolare, i genitori dovrebbero preoccuparsi  perché non sono riusciti ad essere modelli di affidabilità in ogni singolo gesto o quotidiano?  Non necessariamente, dicono i ricercatori. “I bambini monitorano  il comportamento dei genitori e degli adulti, ma è improbabile che sappiano  conservare un ricordo dettagliato di ogni singola azione”, dice Aslin. “E’ il senso generale di affidabilità di un genitore (o di inaffidabilità) che passa, non ogni singola azione”. 

 

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