Gaianews

Energia idroelettrica: piccole dighe più pericolose delle grandi per l’ambiente

Costruire piccole dighe per produrre energia elettrica, potrebbe portare più danni che benefici secondo una ricerca condotta dagli scienziati della Oregon State University

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 19.06.2013

Perdite incontrollate di habitat e biodiversità: queste potrebbero essere le conseguenze della realizzazione delle piccole dighe per produrre energie idroelettrica.

I piccoli progetti idroelettrici sono oggi in aumento in molti paesi per ridurre le emissioni di gas serra e magari anche per raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto. Ma questa tendenza potrebbe portare a delle conseguenze pericolose per l’equilibrio degli ecosistemi. La ricerca è stata pubblicata su Water Resources Research

Fiume Nu, Cina

Uno dei motivi per cui questi sistemi stanno avendo grande successo è che i piccoli impianti idroelettrici pongono meno problemi ecologici rispetto alle grandi dighe. Ma è proprio questo l’argomento che gli scienziati non ritengono più valido. Anzi, secondo lo studio alcuni impatti delle piccole dighe sarebbero ben peggiori dei danni derivanti dalle dighe più grandi.

I ricercatori hanno studiato il fiume Nu in Cina, ma i risultati possono valere ugualmente anche per altri paesi che cercano di espandere il settore dell’idroelettrico.

“Il protocollo di Kyoto, con il Clean Development Mechanism, sta finanziando la costruzione di alcuni di questi piccoli progetti idroelettrici, con l’obiettivo di creare energia rinnovabile che non è basata sui combustibili fossili”, ha detto Desiree Tullos, professore associato presso il Dipartimento di ingegneria biologica ed ecologica dell’Università.

“L’energia può essere rinnovabile, ma questa ricerca pone seri dubbi sul fatto che il processo complessivo sia sostenibile o meno”, ha spiegato Tullos.

“Vi è un danno per i flussi, la pesca, la fauna, le specie minacciate e le comunità,” ha detto. “Inoltre, i progetti sono spesso situati in zone dove la povertà e l’analfabetismo sono alti. Il vantaggio per le popolazioni locali non è sempre chiaro, in quanto alcune delle piccole centrali idroelettriche sono collegate alla rete elettrica nazionale, che sta a significare che l’energia elettrica viene inviata al di fuori della regione locale.”

Questo studio è stato uno dei primi nel suo genere a studiare tutti gli impatti causati dai molteplici, piccoli progetti idroelettrici, su base biofisica, ecologica e geopolitica, e a confrontarli con i grandi progetti di dighe. Lo studio si è concentrato sul fiume Nu in Cina, nella provincia dello Yunnan, dove molte piccole dighe che producono 50 megawatt di potenza o meno sono costruite su affluenti che cadono lungo montagne scoscese. Sono già 750.000 le dighe in Cina e si costruisce circa una nuova diga al giorno.

Secondo i ricercatori , anche se ci sono risultati positivi per la produzione di energia non si può non considerare il fatto che si potrebbero minacciare zone importanti per la biodiversità. E soprattutto l’impatto non è proporzionale ai megawatt di energia prodotta.

Gli impatti derivano dal fatto che deviando l’acqua alcune zone del corso del fiume si seccano.

La fauna dei fiumi è colpita dalla deviazione e la frammentazione degli habitat può portare a conseguenti perdite di specie. Secondo gli esperti l’effetto cumulativo sulla diversità degli habitat delle piccole dighe può essere 100 volte più grande di quello delle grandi dighe.

La costruzione delle piccole dighe inoltre, avviene a livello locale, quindi le mitigazioni degli impatti non vengono fatte con tanto dispendio di risorse, cosa che avviene invece nel caso delle grandi dighe.

“Una delle cose che abbiamo notato in genere nelle piccole dighe è che c’era molto meno controllo e governance nella costruzione, nel funzionamento e nel monitoraggio di piccoli impianti idroelettrici”, ha detto Tullos.

“Sulle grandi dighe, invece, le persone prestano attenzione a ciò che sta succedendo. Su un piccolo progetto idroelettrico, nessuno si accorge se i flussi minimi siano mantenuti. Oppure, se si rompe una pompa, la stazione di energia idroelettrica può rimanere ferma per lunghi periodi di tempo”.

I ricercatori hanno detto che il risultato principale della ricerca, contrariamente a ciò che si pensa prevalentemente è che “gli impatti biofisici dei piccoli impianti idroelettrici possono superare quelli delle grandi centrali idroelettriche, soprattutto per quanto riguarda gli habitat e il cambiamento idrologico.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA
  • Massimo Schiavi scrive:

    Un articolo che tratta un argomento “scientifico” ha il dovere di chiarire la misura “piccole dighe”
    Si parla di invasi che fermano centinaia migliaia o quanti metri cubi e lo svuotamento è continuo
    ossia giornaliero oppure l’accumulo interrompe il normale defluire dell’acqua per lunghi periodi?
    Non sarebbe forse più giusto chiarire questi punti prima di lanciare un messaggio capace di indurre false convinzioni in un pubblico ignorante ? Fra l’altro nell’articolo si parla di capacità energetica di 50 MW delle dighe in oggetto.Piccole dighe ? Non scherziamo.M.Schiavi