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Energie alternative, nuova tecnica raddoppia energia da moto ondoso

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 26.08.2012

Energia dalle ondeUn team di ricercatori provenienti da Israele e il Regno Unito ha scoperto come raddoppiare l’energia prodotta dagli oceani del pianeta attraverso nuovi metodi per predire la potenza delle onde.

I ricercatori dell’Università di Exeter, nel Regno Unito e Università di Tel Aviv in Israele sono riusciti infatti ad ottimizzare l’estrazione di energia del 100% rispetto ai classici sistemi per creare elettricità dalle onde del mare. Il risultato è una tecnologia molto più efficiente e quindi più competitiva.

L’energia marina attualmente non commercialmente competitiva rispetto al solare o all’eolico senza sovvenzioni. E mentre sono stati fatti significativi progressi in questo settore della ricerca, gli scienziati erano in grado di garantire la durata dei dispositivi, che possono essere danneggiati dall’ambiente marino, particolarmente difficile.

In questo studio, gli scienziati sono stati in grado di migliorare questi aspetti oltre che di aumentare l’efficienza nella cattura dell’energia dalle onde.

I ricercatori hanno infatti affrontato il problema di prevedere con precisione la potenza della prossima onda e rispondere estraendo da essa la massima energia. In particolare hanno puntato sugli “assorbitori a punto”, particolari dispositivi di galleggiamento con parti che si muovono in risposta alle onde. Essi sono in grado di produrre energia meccanica che si trasforma in elettrica. Secondo i ricercatori, gli assorbitori a punto sono più efficienti nella quantità di energia che producono se la loro risposta corrisponde da vicino alla forza delle onde. E mentre studi precedenti si erano focalizzati sull’aumento di questo rendimento, il loro studio ha voluto aumentare l’efficienza del dispositivo nel prevedere e controllare le forze interne del dispositivo dovuto alle prossime onde.

Hanno quindi sviluppato un sistema che dà il dispositivo la possibilità di estrarre la massima quantità di energia prevedendo le onde in arrivo. Quindi i dati permettono ad un programma di controllare attivamente la risposta necessaria per un’onda di dimensioni specifiche. La probabilità che il dispositivo venga danneggiato è diminuita perché risponde in modo appropriato alla forza della prossima ondata. Il risultato, quindi, è che il dispositivo non deve essere spento durante condizioni atmosferiche estreme come tempeste o forti mareggiate, mentre ora è necessario farlo per preservare i dispositivi da danni irreparabili.

“La nostra ricerca ha le potenzialità per far fare al settore enormi progressi,” ha detto il primo autore Guang Li dell’Università di Exeter. “Ci sono vantaggi significativi nella produzione di energia dal moto ondoso, ma l’affinamento di questa tecnologia si è rivelato impegnativo. Questo è un importante passo avanti che potrebbe contribuire a spianare la strada all’energia delle onde”.

Da parte sua, il co-autore Markus Mueller dell’Istituto per l’Ambiente e la Sostenibilità presso l’Università di Exeter ha detto: “Il prossimo passo è per noi vedere quanto sia efficace questo approccio su larga scala, testandolo  in campi sperimentali per la produzione di energia”.

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