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Fotovoltaico a terra e in serra, dibattito sulle modifiche

Scritto da Leonardo Fumelli il 14.02.2012

Fotovoltaico a terraIl decreto liberalizzazioni lanciato dal governo Monti accende di nuovo il dibattito sul fotovoltaico a terra, questa volta però gran parte delle associazioni sono unanimi nel condannare non tanto il divieto assoluto di installare pannelli su terreni agricoli, quanto la retroattività di tale norma, che andrebbe a colpire anche gli impianti in corso di abilitazione.

In particolare il famoso articolo 65, al comma 4, abroga i commi 4, 5 e 6 dell’articolo 10 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, che permetteva appunto il salvataggio degli iter in corso prima della variazione del sistema di incentivazione. In pratica impianti fotovoltaici tuttora in costruzione potrebbero improvvisamente non godere di alcun contributo, facendo così saltare i business plan delle iniziative e con essi probabilmente anche le aziende stesse.

Numerose le associazioni e le imprese coinvolte dalla normativa e che hanno manifestato il proprio dissenso nei giorni scorsi.

Assistal, l’associazione nazionale costruttori di impianti, ricorda che l’articolo 65 conferma il clima di forte instabilità e incertezza che ha sempre contraddistinto il settore fotovoltaico, tartassato da continue variazioni politiche e strutturali.

Sulla stessa linea Anie (fondazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche) e Gifi (gruppo imprese fotovoltaiche italiane), che esigono lo stralcio dell’articolo oltre che una seria stabilità normativa e certezza delle regole: solo in queste condizioni sarà possibile innovare il settore, magari creando un interlocutore unico composto da tutti i soggetti impegnati nella filiera.

Un’altra importante novità introdotta dall’articolo 65 è l’equiparazione delle tariffe destinate alle serre con coperture fotovoltaiche alle tariffe previste per gli impianti su edifici, ben più alte.

Su questo tema Confagricoltura Emilia Romagna si pone positivamente, poiché in tal modo non sarà necessaria l’iscrizione al registro grandi impianti per serre fotovoltaiche di potenza fino a un megawatt di picco, valorizzando contemporaneamente la produzione agricola e la ricerca. Diverse critiche invece riguardo il divieto totale di impianti su suolo agricolo, che impedisce alle grandi aziende di prodursi autonomamente energia per i propri fabbisogni.

Legambiente intravede nel comma delle serre una fonte di speculazione che potrà scaturire dall’aggiramento della definizione di serra fotovoltaica, col rischio di vedere numerose installazioni ma poca produzione agronomica. Altro aspetto critico quello della quantità di plastica e materiali specialistici richiesta per la coltivazione al chiuso.

Mentre diversi studi legali definiscono l’articolo 65 incostituzionale sotto il profilo giuridico, in contrasto con i principi della comunità europea, e si chiedono persino se non sia un errore di battitura, il decreto liberalizzazioni sta seguendo il proprio iter parlamentare. Si auspica unilateralmente che verranno apportate modifiche grazie alle quali il settore non sia compromesso ancora una volta.

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  • Andrea Benedetti scrive:

    Buon giorno,
    l’anno scorso ho brevettato una struttura per impianti fotovoltaici a terra con inseguimento monoassiale semiautomatico. Recentemente ho pensato di inserire questo mio brevetto anche su impianti antigrandine per coltivazione a frutteto oppure su serre per la coltivazione di fragole. Con le nuove restrizioni però non so se il mio progetto possa rientrare come serra fotovoltaica o come innovazione oppure nessuna delle due, pur potendo eseguire la coltivazione sottostante. Come o a chi posso rivolgermi per avere una risposta certa a questo mio quesito?
    Nel ringraziarVi porgo cordiali saluti.
    Andrea Benedetti Verona