La Germania non è notoriamente un paese dove il sole splende 365 giorni all’anno. Tuttavia l’incremento dell’energia solare e fotovoltaica sta raggiungendo risultati sorprendenti. I primi sei mesi del 2012 hanno registrato quasi il 26% di energia prodotta grazie a fonti rinnovabili. La Germania vuole arrivare tra 10 anni al 60%, all’80% nel 2050. Ha sparato troppo grosso? Come riporta lo Spiegel, secondo le ultime affermazioni dei ministri dell’ambiente e dell’economia, il governo tedesco deve capire se davvero ce la può fare senza che si impennino i costi dell’elettricità. E senza che quest’ultimo sia preso come pretesto per indirizzare altrove gli investimenti. La Merkel rimane fiduciosa.
Durante la prima metà del 2012 la presenza di energia da fonti rinnovabili nell’elettricità del Paese è cresciuta del 25,97%. Un incremento sensazionale se paragonato al 20% dello stesso periodo dell’anno 2011 e del 18% del 2010. Dopo Fukushima i tedeschi hanno infatti deciso di chiudere tutte le loro centrali nucleari, 8 immediatamente, poi altre 9, fino a spegnerle tutte entro il 2022. Nel paese europeo dal clima continentale, il giorno 26 maggio scorso, ben la metà del fabbisogno nazionale di energia è stato prodotto da fonti solari fotovoltaiche.
L’apporto energetico che proviene dall’energia solare è cresciuto di ben il 47%. In totale, le fonti di energia rinnovabile hanno prodotto 67.9 TWh (miliardi di kWh). Mentre tutti i rinnovabili hanno incrementato di una certa percentuale il loro contributo, c’è stato un cambiamento significativo nella classifica delle diverse tecnologie, in quanto il solare è salito in terza posizione, superando l’energia idrica, subito dopo le biomasse. L’energia eolica continua a rimanere al primo posto in Germania.
Vediamo gli apporti in percentuale e l’incremento rispetto all’anno scorso.
Sicuramente, buona parte dell’incremento, è connesso ai fenomeni atmosferici. Per esempio, gennaio è stato un mese molto ventoso rispetto agli ultimi anni, e un poco più di pioggia caduta ha fatto sì che l’energia idrica incrementasse il suo apporto. Ma, al di là di questo, l’andamento delle fonti è chiaro nel lungo periodo. La quota raggiunta dalla Germania in merito al contributo delle rinnovabili per l’energia locale è senza dubbio notevole. Non solo il Paese è arrivato ad avere più di un quarto della propria energia derivante da fonti rinnovabili, ma ben il 22% delle scorte energetiche accumulate arrivano sempre da quelle che una volta erano definite “fonti energetiche alternative”.
Circa dieci anni fa, alla fine del 2002, il contributo era appena del 3.8%. L’unica fonte pulita abbastanza sviluppata all’epoca era quella eolica; con il tempo si sono andate via via incrementando anche le altre fonti rinnovabili, come le biomasse e l’energia solare, facendo alzare la percentuale al 18%. La quota odierna rappresenta per la Germania un ponte di connessione verso l’auspicato raggiungimento del 100% di energia rinnovabile. Tra dieci anni, nel 2022, quando tutte le centrali nucleari saranno chiuse, la Germania spera di arrivare al 60%. All’80% nel 2050. Ce la può fare davvero?
Anche se le ricerche e lo sviluppo delle fonti rinnovabili si stanno incrementando notevolmente, c’è qualcuno che esprime dubbi a riguardo. Come scriveva lo Spiegel pochi giorni fa, il ministro dell’ambiente Peter Altmaier e il ministro dell’economia Philipp Rösle hanno espresso qualche dubbio circa la raggiungibilità reale degli obiettivi e hanno evidenziato che una delle priorità è che i prezzi dell’elettricità non salgano troppo. In particolar modo Altmaier si è chiesto se la Germania sarà in grado di tagliare i consumi energetici del 10% entro il 2020, condizione preliminare al raggiungimento del 35% del target entro quell’anno. Il ministro ha anche messo in guardia sul fatto che ci potranno essere problemi sociali se i prezzi saliranno di molto “per me è prioritario il fatto che l’elettricità rimanga un bene accessibile e alla portata di tutti”, ha spiegato al quotidiano Bild am Sonntag. Altmeier si è anche chiesto se lo stato tedesco sia davvero in grado di raggiungere l’obiettivo prefissato del milione di auto elettriche entro il 2020. Mentre qualcuno storce il naso sul pessimismo del ministro dell’ambiente, dicendo che il fatto che aumentino i costi dell’elettricità non deve essere un deterrente allo sviluppo delle energie pulite, Angela Merkel si dice preoccupata per i cambiamenti climatici che stanno avvenendo nel mondo e, in merito ai programmi energetici rivoluzionari del proprio Paese, non demorde e ha recentemente detto in un’ intervista al Sunday “ Dico che è difficile, ma ce la possiamo fare”.