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UE avvia inchiesta anti-dumping su pannelli solari dalla Cina

La Commissione europea ha annunciato qualche giorno fa l'avvio di un'indagine anti-dumping sulle importazioni di pannelli solari e vetri solari dalla Cina

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 05.03.2013

La Commissione europea ha annunciato qualche giorno fa l’avvio di un’indagine anti-dumping sulle importazioni di pannelli solari e vetri solari dalla Cina. L’indagine si basa su una denuncia presentata all’UE da parte dell’associazione ProSun, che afferma che i pannelli solari cinesi stanno arrivando in Europa a prezzi al di sotto del valore di mercato, e che questo causerebbe un grave danno per l’industria dei pannelli qui nel Vecchio Continente. L’inchiesta potrebbe richiedere fino a 15 mesi, anche se l’UE potrebbe imporre dazi antidumping provvisori entro nove mesi, se lo riterrà necessario. Sarà anche previsto un registro dei moduli importati da quel paese, per verificare il rispetto delle regole di mercato.

Fotovoltaico a terra

Il Comitato IFI, associazione che riunisce l’80% dei produttori italiani di celle e moduli fotovoltaici, esprime piena soddisfazione e sollievo per l’emanazione del regolamento della Commissione Europea che dispone la registrazione delle importazioni di moduli fotovoltaici in silicio cristallino e dei componenti chiave (celle e wafer) originari o provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese.

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, il regolamento, con decorrenza immediata, prevede l’obbligo per le autorità doganali dell’Unione Europea di registrare le importazioni di tali prodotti per un periodo di nove mesi a partire dalla pubblicazione di tale disposizione.

“E’ un provvedimento transitorio che restituisce un po’ di serenità a tutta l’industria europea, e in particolare a quella italiana, aggredita da oltre due anni da pratiche di dumping insostenibili attuate dai produttori e dagli importatori di moduli fotovoltaici provenienti dalla Cina,” afferma Alessandro Cremonesi, Presidente di Comitato IFI.

“Da quando la Commissione Europea ha aperto l’investigazione per valutare l’esistenza di pratiche di dumping e di sovvenzioni anticoncorrenziali, i porti e le dogane europee sono state invase da decine di migliaia di tonnellate di moduli cinesi commercializzati a prezzi al di sotto del 50% del prezzo medio di mercato, proprio con l’obiettivo di anticipare l’apertura degli attuali procedimenti”, ha aggiunto Cremonesi.

“La registrazione delle importazioni – prosegue Cremonesi – costituirà un deterrente alle incontrollate e sfrenate importazioni dei produttori/importatori cinesi, in vista dell’imminente decisione della Commissione Europea – attesa entro il prossimo 6 giugno – circa l’imposizione di dazi anti-dumping e anti-sovvenzioni in quanto, di regola, tale provvedimento sancisce la retroattività di 90 giorni dalla decisione sull’imposizione dei dazi”.

La UE ha anche avviato un’indagine antidumping su vetro solare dalla Cina, un vetro speciale impiegato principalmente, ma non esclusivamente, per la produzione di pannelli solari. Si tratta di una componente essenziale non solo di pannelli solari, ma di molti prodotti a energia solare. L’indagine ha, però, un legame diretto con l’indagine relativa alle importazioni di pannelli solari lanciati dalla Commissione europea lo scorso settembre (MEMO/12/647).

“Si tratta – si legge nella nota – di una autonoma indagine relativa ad un prodotto chiaramente distinto.”

“La Commissione europea è a conoscenza di notizie di stampa su una possibile azione contro le sovvenzioni cinesi al solare. A questo punto, possiamo solo affermare che non abbiamo ricevuto un reclamo. Su quale base la Commissione europea potrebbe aprire questa inchiesta?”, si legge nel comunicato.

La Commissione è giuridicamente tenuta ad aprire una procedura anti-dumping quando riceve una denuncia debitamente motivata da parte dei produttori dell’UE che fornisce elementi di prova che i produttori esportatori di uno o più paesi al di fuori dell’UE stanno adottando pratiche di dumping su un prodotto nel mercato UE, causando materiale pregiudizio per l’industria dell’Unione. L’associazione ProSun Glass, un’associazione ad hoc che rappresenta i produttori europei di vetro solare, ha presentato una denuncia antidumping lo scorso 15 gennaio 2013. La produzione complessiva delle aziende federate in ProSun Glass supera di gran lunga il 25% della produzione richiesto dalla legge. La ProSun Glass non è formalmente affiliato con l’UE ProSun, una coalizione separata di produttori di apparecchiature solari che ha lanciato la denuncia di pannelli solari l’anno scorso.

La Commissione, si legge nella nota, ha constatato che il denunciante ha elementi sufficienti per dimostrare:
(1) prezzo possibile dumping dei produttori esportatori sul mercato comunitario;
(2) pregiudizio subito dall’industria dell’Unione, e
(3) un possibile legame di causalità tra le importazioni oggetto di dumping e il pregiudizio subito dall’industria dell’Unione.

La Commissione ha quindi concluso che vi erano sufficienti elementi di prova per giustificare l’apertura di un’inchiesta.

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