Domani sarà la giornata internazionale dell’energia che viene dal vento: il Wind Day.
La giornata che si celebrerà in tutta l’Europa è promossa anche da Ewea l’associazione europea dell’energia eolica e dal Gwec, il Global Wind Energy Council, si propone di sensibilizzare il pubblico sull’importanza di questa fonte di energia per frontegiare i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di gas serra nel rispeto del protocollo di Kyoto.
In Italia, l’eolico continua a crescere in termini di produzione e di diffusione, nel 2011 ha garantito oltre 10 TWh di produzione di energia pulita. Complessivamente sono 7.250 i MW installati tra 16 Regioni e 450 Comuni, grandi parchi e impianti mini e micro.
Legambiente ha presentato un dossier per monitorare lo sviluppo dell’eolico in Italia nel tentativo di controllare gli obiettivi e i problemi che sono ancora aperti.
“Puntare sull’eolico è nell’interesse di un Paese come l’Italia – dichiara Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – perché permette di ridurre le importazioni di fonti fossili e la produzione da impianti inquinanti che sono, oltretutto, la ragione principale degli aumenti in bolletta avvenuti negli ultimi 10 anni in Italia. Oggi un sistema energetico incentrato sulle fonti rinnovabili non è più un sogno, ma uno scenario a portata di mano, nel quale l’eolico può concorrere insieme a solare, idroelettrico, biomasse, geotermia, e a una seria politica di efficienza e risparmio, a rendere il nostro sistema energetico più moderno, pulito, efficiente e meno dipendente dall’estero”.
Legambiente si dichiara contraria ai provvedimenti che stanno per essere attuati dal governo e chiede invece interventi certi, meno burocrazia e più sicurezza in modo che il flusso degli investimenti non venga frenato. Seondo l’associazione infatti la produzione di eolico potrebbe raggiungere il 10% del fabbisogno nazionale.
L’eolico porta con sè una polemica legata al disturbo dell’avifauna: molti progetti vengono presentati in luoghi in cui possono disturbare la fauna e rovinare irrimediabilmente il paesaggio.
Per questo Legambiente e ANEV ( Associazione Nazionale per l’Energia del Vento) hanno creato un Osservatorio Nazionale su Eolico e Fauna.
L’Osservatorio, che è già attivo, si propone di raccogliere tutti gli studi in materia, raccogliere la legislazione diversificata per le varie regioni, e attraverso un Comitato di Esperti è stato redatto uno speciale “Protocollo di Monitoraggio si propone quindi di indicare una metodologia scientifica da poter utilizzare sul territorio italiano sia per stimare, sotto il profilo qualitativo e quantitativo, gli eventuali impatti dell’eolico sull’avifauna e la chirotterofauna, sia per orientare la realizzazione di interventi tesi a mitigare e/o compensare tali tipologie di impatto”.
Il protocollo è stato redatto da “professionisti provenienti dall’ambito accademico, dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), nonché da organizzazioni come ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento) e Legambiente Onlus, leader nazionali in ambito di tutela ambientale e promozione di energia da fonti rinnovabili.”
Attualmente i danni per la fauna dovuti a impianti eolici possono essere: