Gaianews

World Future Energy Summit 2012, il giorno dopo

Scritto da Valeria Gatti il 20.02.2012

Più di 26 mila persone, tra cui 3 mila delegati, tra i 650 stand espositivi delle varie compagnie e i 20 padiglioni dell’ultimo summit sul futuro dell’energia del Pianeta, il World Future Energy Summit 2012, tenutosi ad Abu Dhabi lo scorso gennaio. L’evento, giunto alla sua quinta edizione, rappresenta una delle più importanti piattaforme internazionali di green business. Tra gli addetti ai lavori una serie di nomi noti tra industriali, politici, economisti, uomini della finanza e accademici provenienti da tutti gli angoli del Pianeta, per discutere, riflettere e fare passi avanti in materia di energia rinnovabile e industria ambientale.

Tra la preoccupazione catastrofista di Fatih Birol per il surriscaldamento del Pianeta e l’incoraggiamento del segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, rilevante rimane la posizione degli Emirati Arabi, in prima linea nell’investire in energia pulita. Intanto gli Stati Uniti stanno costruendo due nuovi reattori nucleari e l’Europa deve darsi da fare se davvero vuole raggiungere gli obiettivi di Europa 2020. Questo perché il petrolio e il gas finiranno, e, come dicono gli scienziati, “dobbiamo smettere di bruciare” o attuare sistemi alternativi di stoccaggio di CO2, e insieme essere lungimiranti sia verso il nucleare che riguardo l’inevitabile esaurirsi delle energie rinnovabili. Insomma, smettere subito di essere una “società energivora”.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno preso molto sul serio la questione delle energie rinnovabili. Alcuni paesi limitrofi hanno accolto freddamente l’idea di un abbandono dei combustibili fossili, che hanno fornito loro la maggior parte dell’energia per decenni. Mentre gli Emirati stanno già strutturando una delle maggiori eco-città del mondo, Masdar City, la “Città Sorgente”, che dovrebbe essere operativa e funzionante tra circa una decina d’anni. “Gli Emirati Arabi vogliono incrementare le loro già solide posizioni in quanto esportatori di energia, giocando un ruolo da protagonista anche nel settore delle energie rinnovabili,” ha detto il sultano Ahmed Al Jaber, dirigente di Masdar, la principale compagnia “green” di Abu Dhabi, “vogliamo garantire la nostra presenza in tutto il mondo, fornendo soluzioni pulite per l’ambiente”. Il piano è chiaro “Noi non siamo esportatori di petrolio e di gas, ma esportatori di energia, ed è ciò che intendiamo restare”, ha concluso il sultano.

Tutti i Paesi del mondo sembra si stiano finalmente risvegliando, sembra che stiano prendendo in considerazione opportunità verdi. Com’è noto, la questione “green” è di per sé anche un grande affare economico. Il fatto che i maggiori rappresentanti delle forze economiche mondiali, Cina, Germania e Giappone, si siano unite a nazioni più piccole come la Svezia, il Belgio e la Serbia, notoriamente green oriented, dimostra quanto sul serio si stia prendendo la questione di una crescita verde. E la presenza di personalità illustri, come il premier cinese Wen Jiabao, o il leader sud coreano Kim Hwang-sik e di parecchi altri capi arabi, riflette la sempre maggiore importanza che sta avendo l’energia rinnovabile per le economie emergenti. All’appello non è mancato nemmeno il segretario generale dell’Unione Europea, Ban Ki-moon, e Christiana Figueres, Segretaria esecutiva dell’UNFCCC. Sbalorditiva persino la presenza di aziende quali Siemens, GE, Mitsubishi e Vestas.

Al summit si è fatto sentire anche Fatih Birol, capo economista della IEA, International Energy Agency, e ha creato allerta con la sua affermazione catastrofista: presto il mondo si troverà serrato in una strada senza via d’uscita. Secondo Birol, l’innalzamento delle temperature del Pianeta supererà i 6 gradi, valore di tre volte maggiore rispetto a quello ipotizzato dagli scienziati, quello da cui si sarebbe dovuti partire per inziare a prevenire i peggiori effetti e le peggiori conseguenze dei cambiamenti climatici. “Se non la smettiamo di costruire aziende, centrali e strade, avremo davvero bisogno di una rivoluzione energetica per fermare l’aumento delle temperature potenzialmente catastrofico.” Ha messo in guardia Birol. Secondo gli esperti del settore, ci troveremo a dover fronteggiare tempi duri, sia a causa della crisi finanziaria che a causa dei tagli fatti sulle energie rinnovabili, e per la tendenza a continuare a investire sui combustibili fossili. A fronte di questa realtà ormai assodata, un punto di forza c’è: la presa di coscienza dell’enorme capacità di innovare e la genuina speranza che la sfida al clima può e potrà fare uso di tecnologie già oggi fruibili e proseguire in tale direzione.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, per parte sua, ha voluto dare una nota di speranza, lanciando con il 2012 l’Anno Internazionale dell’Energia Sostenibile per Tutti. Il segretario si è rivolto a capi di stato e delegati di tutto il mondo, quando ha voluto sottolineare l’importanza della questione energetica. Ha fatto ancora di più, lanciando un progetto chiamato Inziativa di Sostenibilità Energetica per Tutti. Si tratta di un progetto per il quale Ban Ki-moon ha delineato tre obiettivi principali, da portare a termine entro il 2030: assicurare un accesso universale ai servizi energetici moderni; raddoppiare il miglioramento nel campo dell’efficienza energetica; raddoppiare la possibilità di spartire e dividere equamente l’energia rinnovabile nel mix globale di energie esistenti. “Sono grato agli Emirati Arabi per aver ospitato questo importante evento,” ha comunicato il segretario generale.

“Il World Future Energy Summit ha unito tutti gli investitori cardine del mondo nella necessità comune di rendere tanto il progetto Iniziativa Sostenibile per Tutti quanto l’Anno Internazionale dell’Energia Sostenibile, un successo. Mi aspetto che questo summit possa portare in futuro a prendere seri impegni nei confronti della sostenibilità energetica e che questa possa diventare disponibile per tutti. Gli impegni presi devono essere orientati a ridurre la povertà energetica, incrementare il dinamismo economico e proteggere il nostro Pianeta. Per questo motivo mi trovo qui ora, questo progetto è in cima alle mie priorità”. Il sultano Ahmed Al Jaber ha annunciato “Siamo onorati di dare il benvenuto al segretario generale ad Abu Dhabi e al WFES. Il suo ritorno è un chiaro segno dell’importanza che riveste l’energia sostenibile per le Nazioni Unite.” Gli Emirati Arabi stanno per essere riconosciuti da tutto il mondo come un perno della sostenibilità, della crescita verde, dell’innovazione e dell’efficienza energetica. “La presenza del segretario per il secondo anno consecutivo testimonia al mondo la visione degli Emirati Arabi e il successo nel costruire ponti e nel forgiare relazioni a lungo termine”.

L’Iniziativa del segretario generale ONU sta mobilitando investitori dal settore degli affari, finanziario, governativo e civile, orientandoli alla corsa che condurrà alla Conferenza sullo Sviluppo Ambientale Rio+20, conferenza che si svolgerà dal 20 al 22 giugno 2012 a Rio de Janeiro. L’obiettivo è quello di catalizzare l’azione del pubblico e del privato verso un unico importante obiettivo: la salvaguardia del Pianeta. Secondo le Nazioni Unite, più di 1.4 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all’elettricità, approssimativamente 3 miliardi di persone fanno affidamento alle tradizionali biomasse per cucinare e per riscaldare. La povertà energetica non solo crea condizioni di scompenso per le attività e il benessere quotidiano, come nell’educazione e in materia di salute, ma nemmeno incentiva, bensì ostacola, la produttività di certi paesi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA